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Scodinzolare aulico. I levrieri dannunziani
Il 1° Marzo 1938 ci lasciava Gabriele d'Annunzio: delicato poeta, eroico combattente, fine oratore e artista della parola. Dopo di lui, più nessuno che potesse eguagliare la genialità, l'estro, l'indipendenza e la voglia di distinguersi nel mondo dell'arte e della letteratura. Nell'anniversario della sua morte però, vogliamo parlare di una passione spesso tralasciata del Poeta. Un aspetto di sè nascosto sotto i veli sensuali dei suoi romanzi, o dai rami scomposti della vegetazione che adorna il parco del Vittoriale degli Italiani, o ancora sepolta sotto i pettegolezzi dei mille amori e delle mille romantiche narrazioni di cui si circondò all'apice del suo successo. Parliamo dei suoi cani: code scodinzolanti e occhi fedeli, che lucidi e vivaci lo aspettavano tornare alla Prioria, reduce da qualche impresa drammatica.
Il Vittoriale degli Italiani: Cento anni di Piacere
E' il 1921 quando il complesso del Vittoriale degli Italiani comincia a prendere forma.Da breve soggiorno di lavoro, la sosta a...
L’impresa di Fiume come storia letteraria
Premessa
Scrivere di letteratura legata all’impresa di Fiume potrebbe essere, in realtà, un controsenso. Per una ragione molto semplice:...