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Soldi e pallone: come l’economia sta provando a cambiare il calcio
Il #calcio moderno sembra alla continua ricerca di di nuovi #introiti per gestire un sistema che smuove miliardi di euro ogni anno. Si cercano nuove regole in nome della spettacolarità e del #bilancio, ma il rischio è quello di trasformare lo #sport più diffuso al mondo in un divertimento per i pochi che possono permetterselo.
@Ubaldo Argenio di #ThePitch_Olympia propone una riflessione sulla situazione attuale del sistema calcistico, guardando al futuro senza troppa speranza.
Il nostro domani ora
Il #calciofemminile in Italia è sempre stato visto con diffidenza. Negli ultimi anni però, sta vivendo un periodo di fiorente crescita anche grazie alla spinta di FIGC e Governo.
@Giacomo D'Amato di #ThePitch_Olympia racconta i passi più significativi della storia del #movimento e come si è arrivati al raggiungimento del #professionsimo dalla stagione 2022/23
Alberto Tomba, il Maradona delle nevi
Tra la fine degli anni '80 e la fine dei '90, la domenica gran parte degli italiani correvano a casa, non soltanto per gustare il pranzo della mamma o della suocera, ma per vedere la seconda manche dello #sci. Il Maradona delle nevi vestiva si d'azzurro, ma quello della #Nazionale italiana. Non è altoatesino, non è piemontese, non è veneto né lombardo. Era un carabiniere di Bologna, si chiama #AlbertoTomba.
@GiuseppeDiGirolamo di #ThePitch_Olympia, a 25 anni di distanza racconta l'ultima medaglia del più grande sciatore italiano ai Mondiali di #SierraNevada1996.
Papa Bouba Diop, il Senegal, l’Africa
È il 31 maggio del 2002 quando a Seul, partita inaugurale del mondiale nippo-coreano, il #Senegal sconfigge l'ex madrepatria francese per 1-0. L'unico gol di quel match storico porta la firma di #PapaBoubaDiop, scomparso a soli 42 anni il 29 novembre 2020.
Per #LuoGOLdellaMemoria, @GiacomoVanWesterhout di #ThePitch_Olympia ripercorre la vicenda della rete più importante della storia del calcio africano.
L’ultimo tango di Pablito Rossi
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Una carriera breve, a tratti anche tormentata, ma impreziosita da quella che è la vittoria più bella per un calciatore, quella dei #Mondiali. L'Italia Campione del Mondo a #Spagna1982 resterà inarrivabile per qualunque delle nostre rappresentative future, che vincano oppure no. È stato il simbolo di un successo dapprima insperato e poi travolgente. È divenuto un'icona a livello globale, il nostro ambasciatore nel mondo. E pensare, che alla fine dei conti, non lo si può nemmeno annoverare tra i fuoriclasse. Il suo nome era #PaoloRossi, ma per noi soltanto Pablito.
@GiuseppeDiGirolamo di #ThePitch_Olympia ricorda l'indimenticabile numero 20 azzurro a pochi giorni dalla sua scomparsa.
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Ai Mondiali di Spagna 82 per 4 partite non vede palla. Il ct Bearzot però tira dritto, il centravanti degli azzurri é lui. Quando l'Italia incontra il Brasile, la speranza è solo quella di non essere umiliati. Pablito invece si desta, esce dal letargo, piazza una leggendaria tripletta e da quel momento il cammino suo e della Nazionale è inarrestabile. Sarà il primo calciatore italiano a divenire una icona pop. Tutti sapranno per sempre chi è, cosa ha significato per le nostre vite Paolo Rossi.
L’Italia, l’Irlanda del Nord, Ghiggia e le qualificazioni mondiali
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Il sorteggio per le qualificazioni Mondiali che ha inserito l’Irlanda del Nord nel girone dell’Italia riapre la ferita del mancato accesso a Svezia 1958. Per Olympia, Alessandro Bai ricorda quei 43 giorni che videro gli Azzurri passare dalla battaglia alla disfatta di Belfast, atto finale che pose fine a un capitolo caotico e infruttuoso della storia calcistica italiana.
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È all'Irlanda del Nord che Alcides Ghiggia, 7 anni dopo il gol più importante della sua vita, segnò l'unica rete con la maglia dell'Italia. Era la Nazionale degli oriundi allenata da Alfredo Foni, che a partire dal dicembre 1957 giocò due volte a Windsor Park in un mese e mezzo per via di un curioso imprevisto. Alessandro Bai ricorda su #Olympia la battaglia e la disfatta di Belfast, logico culmine dello stato di caos in cui versava il calcio italiano.
Propaganda in bicicletta
Il pallone ha avuto un ruolo propagandistico straordinario sia nell'Italia fascista, sia nella Spagna franchista. Basti pensare alla nostra nazionale degli anni '30 o al grande Real Madrid delle cinque Coppe di Campioni consecutive. Ma al di là del calcio, quali altri sport hanno avuto un certo peso per Mussolini e Franco?
@GiacomoVanWesterhout di #ThePitch_Olympia cerca di rispondere a questa domanda, focalizzando l'attenzione sul #ciclismo e sul ruolo della bicicletta come strumento di una propaganda malriuscita.
Dalla fabbrica al gulag, Eduard Streltsov
La triste vicenda del più grande calciatore sovietico di tutti i tempi e della sua carriera stroncata in un gulag dal Partito Comunista
Xfile Ronaldo, il mistero della crisi del Fenomeno
Se negli archivi della Fifa esistesse il cassetto degli Xfiles, questa storia sarebbe certamente contenuta al suo interno. Una vicenda dai contorni...
Basketball? Baloncesto, por favor!
Non c’è nulla da fare: sembra che la storia dei mondiali di basket si diverta a sovvertire il proverbiale pronostico del “non...