Cercando di abbracciare mentalmente il decennio calcistico che va dal 2000 al 2009, uno dei ricordi più intensi e divertenti è quello della sfida tra Raul e Filippo Inzaghi per il trono di miglior marcatore nelle competizioni europee. Ogni settimana o quasi, la rete dell’uno o dell’altro – o di entrambi – era accompagnata dalla mascherina aggiornata e l’inevitabile commento del telecronista di turno. 60, 62, 63, 65…
Uno degli effetti più concreti della decade segnata da Cristiano Ronaldo e Lionel Messi riguarda proprio la dimensione ridicola che hanno assunto questo tipo di statistiche, diventate pressoché inutili per misurare il percorso di due calciatori per cui i numeri, ormai, servono più che altro a banalizzare e ridurre il tutto a dati che tifosi e giornalisti sono abituati a maneggiare con più confidenza.
Certo, c’è chi puntualmente ricorda i record che i due continuano a infrangere, traguardi che finiscono però con il perdere di valore in quanto privi di ogni termine di paragone. Non è un caso che, presa coscienza dell’impossibilità di trovare i riferimenti per spiegare ciò che stava accadendo, l’attenzione di molti si sia spostata sul confronto diretto tra i due, ancora una volta però svilendo le pagine di storia del calcio mai viste prima ed irripetibili che Messi e Ronaldo stavano scrivendo sotto i nostri occhi.
D’altronde vedere probabilmente i due più forti giocatori della storia del calcio concentrati in un unico decennio non può che essere un’esperienza stordente, che spiazza sia per l’insufficienza dei mezzi a nostra disposizione per giudicare che per l’unicità storica di questa sovrapposizione.
In base a quanto avete appreso, o visto, su Maradona e Pelé, e sul ruolo da essi occupato nell’immaginario calcistico, pensate se i due avessero giocato in contemporanea, o addirittura nello stesso campionato…
Oltre agli ultimi citati, ci sono ovviamente stati in passato giocatori in grado di spingersi oltre ciò che pubblico e addetti ai lavori avrebbero mai potuto immaginare. Ma assistere a 10 anni, e di fatto anche di più, di superiorità inevitabile imposta quasi ogni partita, contro ogni avversario, in ogni competizione è semplicemente qualcosa di diverso, a cui era impossibile essere preparati.
Messi e Ronaldo hanno letteralmente dominato un calcio che si è trasformato insieme a loro. Di pari passo con i prezzi di ingaggi, cartellini e commissioni esplosi, con il tiki taka e il gegenpressing, l’argentino e il portoghese hanno in qualche modo rappresentato una straordinaria costante, capaci di esprimersi comunque a un livello più alto qualsiasi fossero le condizioni del gioco.
Se è vero che i numeri rischiano di banalizzare, c’è però un dato che più di altri riassume il loro dominio sul calcio internazionale, inteso ai suoi livelli più alti. Messi e Ronaldo giocavano nelle due squadre che per sei volte negli ultimi 10 anni hanno alzato la Champions League, competizione nella quale peraltro almeno uno dei due è risultato capocannoniere in ogni stagione di questo decennio.
In altre parole, dieci anni dei giocatori più forti sulla faccia del pianeta messi a disputare un trofeo si sono conclusi, in ogni occasione, con il dominio (in forma parziale o totale) di Messi o Ronaldo.
A poco – nulla – servono le digressioni su ciò che di questi due non abbiamo visto. Ad esempio il Mondiale di Messi, chiamato in causa nell’ossessivo paragone con Maradona da chi lo accusa di non reggere i momenti di maggiore tensione, di vomitare, di non essere all’altezza.
Come sempre sarà il passare degli anni a far depositare tutto ciò che abbiamo visto, forse troppo in fretta, forse tutto assieme, in un turbinio di momenti che ci hanno impedito di decidere dove posare lo sguardo e capire quanto stesse accadendo.
Alla storia toccherà ricordarci che la normalità è altra cosa, anche se la forma mentis acquisita dopo 10 anni di Messi e Ronaldo ci porterà alla ricerca ossessionata di un successore, che magari sarà Kylian Mbappé, o forse dopo due, tre, quattro stagioni quella stella si farà più tenue facendoci ripensare a quando ogni settimana, ogni mese e stagione assistevamo a un concentrato di tecnica, fisico, forza mentale e superiorità reputandolo la regola e non più l’eccezione.