Rassegnati è la rubrica settimanale che seleziona un fatto degli ultimi giorni per provare a mostrare com’è stato riportato dalla stampa italiana. Tra strategie comunicative ed errori, viene svelato il filtro che copre ogni notizia. Oggi parliamo dello sciopero globale per il clima tenutosi il 25 marzo 2022.
Venerdì 25 marzo i gruppi ambientalisti legati a Fridays for Future hanno organizzato manifestazioni e scioperi in tutto il mondo. Solo in Italia sono stati organizzati 78 eventi. Le dichiarazioni ufficiali del FFF italiano ne spiegano le motivazioni specifiche: «Il catastrofico scenario climatico che stiamo vivendo è il risultato di secoli di sfruttamento e oppressione attraverso il colonialismo, l’estrattivismo e il capitalismo, un modello socio-economico essenzialmente difettoso che deve essere sostituito con urgenza. Un sistema in cui le nazioni ricche sono responsabili del 92% delle emissioni globali, e l’1% più ricco della popolazione mondiale è responsabile del doppio dell’inquinamento prodotto dal 50% più povero. Guidati dalle lotte storiche e dalle esperienze vissute, guidati dalle persone e dalle aree più colpite (MAPA), chiediamo risarcimenti per il clima».
Come ne ha parlato la stampa italiana? Partiamo dal Fatto Quotidiano, che ha preparato in anticipo un articolo per chi vuole approfondire il contesto dello sciopero globale. Innanzitutto vengono indicati alcuni numeri fondamentali, capaci di lasciare un certo impatto in chi legge: sono 89 i Paesi coinvolti e 583 città che hanno visto al proprio interno una manifestazione per il clima. Si dà poi molta enfasi all’unione degli interessi principali dello sciopero: l’azione contro il surriscaldamento globale e contro il conflitto in Ucraina. Il filo rosso che lega i due fenomeni è il gas fossile. Infine, la porzione conclusiva dell’articolo è dedicata all’attivista ugandese Vanessa Nakate giunta in Italia per l’udienza con il Papa.
La Repubblica riporta uno degli slogan emersi nelle piazze italiane direttamente nel titolo: «Veniamo a riprenderci il futuro». Anche in questo caso vengono indicati alcuni dati numerici e il numero dei cortei sale a 679. L’obiettivo dell’articolo è mostrare le manifestazioni come parte di «un’onda verde» che si alza in tutto il mondo. Viene quindi fatto l’elenco di alcune delle città italiane coinvolte e non sono nominate solo le più grandi: «da Udine a Palermo, passando per Alessandria, Schio, Vicenza Siena, Torino, Taranto, Rimini, Sanremo, Salerno e Reggio Calabria». Infine si passa alle principali regioni estere.
La seconda metà dell’articolo – in continuo aggiornamento – è dedicata a focus specifici sugli eventi locali. In alcuni casi vengono messi in luce i momenti più ricchi di tensione, seppur non rappresentativi dell’intera manifestazione. È il caso del contesto partenopeo, di cui viene sottolineato che «A Napoli occupata sala del Consiglio comunale».
Infine L’Ansa ricorda che questo evento è la «prima marcia per il clima del 2022». In apertura si sostiene che «riprendono così i Fridays for future», che in realtà non si sono mai fermati. I gruppi locali, infatti, sono sempre stati attivi con diverse iniziative e con manifestazioni continue. Segue il focus su alcune città italiane, seppur in numero minore rispetto ai casi precedenti. Spesso ricorre l’enfasi sulla volontà di manifestare anche per la pace in Ucraina.
Una narrazione molto diversa da quella che caratterizzava la stampa italiana tre anni fa, dopo i primi scioperi per il clima. È indice del fatto che il movimento Fridays for Future ha acquisito riconoscimento all’interno della società e che le questioni ambientali sono sempre più pressanti.