Con una decisione a sorpresa, il governo Draghi, su pressante richiesta della UEFA, ha predisposto l’apertura dello Stadio Olimpico di Roma ad almeno il 25% della capienza dell’impianto in occasione di Euro 2020. Il che vuol dire che sarà consentito l’ingresso a circa 16mila spettatori ad ognuna delle partite in programma (4 in totale) nello stadio della capitale. Questo ha dato il via alle riflessioni che porteranno, con tutta probabilità, alla riaperture degli impianti sul territorio nazionale a partire dal 1 giugno, per quanto riguarda non solo il calcio, ma anche tennis, volley e basket.
A cadere per prima è stata l’ultima tessera del domino. L’inaspettata decisione del governo di aprire al pubblico lo Stadio Olimpico di Roma fino al 25% della sua capienza, in occasione di Euro2020, ha dato il via ha una serie di eventi che quasi certamente, salvo nuova impennata dell’indice RT nazionale, consentiranno l’apertura di stadi e palazzetti a partire dal 1° giugno. Quindi, per quanto riguarda la Serie A e la Coppa Italia, niente pubblico per le ultime partite stagionali, neppure in numero esiguo. Le società potranno tornare ad ospitare i propri tifosi dal prossimo campionato. Chiariamo, nessuno si faccia illusioni: i posti a disposizione saranno soltanto 1000, sarà difficile, se non impossibile, andare a caccia di un biglietto. Nella maggior parte dei casi si andranno a riempire le aree hospitality, ma in ogni caso è un segnale molto positivo. Il primo necessario passo da compiere per giungere pian piano ad una capienza più ampia.
Ma come si è arrivati all’improvvisa accelerata sul tema “riapertura stadi”, che non sembrava essere sul tavolo della politica? La UEFA, neanche troppo velatamente, ha lanciato un messaggio a tutti quei Paesi scelti per ospitare le partite del prossimo Europeo di calcio, tra cui l’Italia, che speravano di poter tenere le porte chiuse nel corso della rassegna continentale, evitando così di affrontare una situazione molto più che scomoda a livello logistico. In sostanza, la UEFA lasciava intendere che, se non si fossero messe in atto delle disposizioni a favore di una parziale riaperture degli stadi, per Roma restare sede delle partite Italia-Turchia, Italia-Svizzera, Italia-Galles ed il quarto di finale di sabato 3 luglio sarebbe stato difficile. Per scongiurare l’ipotesi di una figuraccia, la sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali, il premier Draghi e il ministro della salute Speranza, coadiuvati dal Comitato Tecnico Scientifico, hanno approntato in tutta fretta un protocollo atto a garantire l’apertura dell’Olimpico ai tifosi nel più alto grado di sicurezza possibile.
Quali saranno le norme da seguire? Il documento parla di una riapertura ad almeno il 25% della capienza dell’impianto, per un totale di circa 16mila spettatori. La parola “almeno” fa sperare i più ottimisti che, una più favorevole situazione per quanto riguarda il contenimento del contagio da qui a giugno, possa spingere ad aumentare questa percentuale. In realtà, è poco probabile che accada. La prudenza induce a non abbandonarsi a facili entusiasmi: il problema reale non è mantenere le norme di sicurezza all’interno dello stadio, ma nelle sue immediate vicinanze. Negli scorsi mesi sono stati venduti il 90% dei posti disponibili, ma, nonostante l’avvento della pandemia, solo il 20% dei possessori di biglietti ha fatto richiesta per il rimborso. Ciò significa che più della metà di coloro che possiedono un prezioso tagliando d’ingresso, resterà a casa. Con tutta probabilità, per decidere chi avrà diritto ad assistere alle partite, si dovrà ricorrere ad un sorteggio che si terrà entro l’inizio di maggio.
Ogni biglietto riporterà non solo la porta d’ingresso da cui accedere allo stadio, ma anche l’orario di accesso e, soprattutto, attraverso quale percorso. Chi non rispetterà gli orari indicati resterà fuori. Nei giorni che precederanno l’incontro, ogni tifoso dovrà dimostrare, probabilmente caricando la documentazione su un apposito portale, di essere in possesso di un certificato di vaccinazione, di avere già avuto il Covid-19 o di aver eseguito un tampone antigenico con esito negativo. Saranno installate 48 termocamere, che rileveranno la temperatura di ognuno e vigileranno che la distanza di sicurezza sia garantita. All’interno dell’impianto, inoltre, ci si potrà sedere in un posto ogni quattro, bisognerà tassativamente indossare la mascherina ed al termine del match ci saranno percorsi predeterminati per l’uscita, che sarà anch’essa scaglionata, come l’ingresso. Tutto questo per quanto concerne lo stadio e le sue immediate vicinanze.
Resta però un grande punto interrogativo: come saranno organizzati i trasporti? 16mila persone che convergono tutte nello stesso luogo, con mezzi di trasporto differenti, non sono facili da monitorare. Certamente, non si potrà lasciare questo aspetto al caso o semplicemente affidarsi al buonsenso, serve assolutamente un piano.
Se Roma non è più sub iudice, su Germania, Spagna e Irlanda ancora incombe la spada di Damocle. Bilbao, che minaccia di intentare causa contro la Uefa per danni, è stata esclusa dal novero delle città ospitanti, probabilmente sostituita da Siviglia, mentre Dublino e Monaco di Baviera non sanno ancora se sarà possibile aprire le porte degli stadi in occasione degli Europei. Per loro vale lo stesso avvertimento fatto dalla UEFA all’Italia: potrebbero perdere gli incontri al momento assegnati. Quello di Budapest sarà l’unico impianto a capienza totale, mentre Baku e San Pietroburgo apriranno al 50%. Tutte le altre città non supereranno il 30% dei posti disponibili.
Tornando alla Serie A e all’Italia, si stima che la perdita di introiti a causa della serrata degli impianti sia nell’ordine di 370 milioni di euro, il 15% del fatturato delle società. Solo considerando Inter, Milan e Juventus si stima una perdita rispettivamente di 60, 40 e 80 milioni di euro. Intanto, riaprono al pubblico anche i palazzetti: dal 1 giugno, per le ultime battute dei playoff scudetto di basket, sarà consentito l’ingresso di 500 persone ad ogni partita. Probabilmente niente spettatori invece al Foro Italico, in occasione degli Internazionali di Tennis che prenderanno il via il 9 maggio.