Maria Montessori è un personaggio che tutti, o almeno tutti quelli nati prima del 2002, si sono trovati continuamente sotto mano, raffigurata sulla banconota più comune in circolazione, le Mille Lire.
Ma ci siamo mai davvero chiesti chi fosse quella vecchia signora incisa così finemente a bulino e che cosa rappresentasse per la nostra cultura?

La Montessori ad oggi è nota soprattutto per il suo metodo pedagogico ormai applicato in tutto il mondo, frutto di anni di studi e di sistematica applicazione, ma questo è solo uno dei suoi innumerevoli meriti.
Un lato meno conosciuto ai più, ma non per questo meno degno di attenzione, è quello che la vede come una delle prime figure di riferimento in Italia nell’ambito della tutela dei diritti femminili.

Sin dalla scelta dei suoi studi universitari, nel 1892, la strada di Maria fu segnata dalla più totale indifferenza nei confronti della società patriarcale dell’epoca, che osteggiava ancora ogni tipo di indipendenza pretesa dal genere femminile. Basti pensare alle norme cui lei stessa era sottoposta per avere il permesso di frequentare il corso della Facoltà di Medicina della Sapienza di Roma, una delle quali era l’obbligo di svolgere la pratica di anatomia sui cadaveri in orario notturno, da sola, per questioni di decoro, una donna che condivideva la presenza di un corpo nudo in una stanza assieme a degli uomini, sebbene studenti di medicina, era infatti motivo di scandalo inaccettabile per l’università di allora.

Maria Montessori

A seguito della laurea conseguita con successo dopo la pratica condotta alla Clinica Psichiatrica dell’Università di Roma, Maria Montessori fu invitata ad intervenire come rappresentate italiana a Berlino al Congresso sui Diritti delle Donne, uno dei primi tentativi europei di creare un collettivo di donne capaci di farsi portavoce del neonato movimento per l’emancipazione femminile. In questa occasione la Montessori non mancò di esporre pubblicamente, per la prima volta, la sua opinione circa le condizioni di disparità in cui si trovavano le donne lavoratrici italiane e sui meriti delle associazioni femminili che si adoperavano per combattere l’analfabetismo dilagante della penisola.

Da questo momento in poi iniziò per Maria Montessori un duplice percorso: quello che la vedeva impegnata a sostenere l’idea che l’educazione, e la scuola soprattutto, fossero fattori fondamentali per la crescita e lo sviluppo sociale, e quello che poneva in evidenza un modello di “donna nuova” consapevole delle proprie capacità e meritevole di pari diritti e pari dignità. Nel 1897 decise di intraprendere un tour di conferenze (Milano, Padova, Venezia, Genova) legate a due temi: “la carità moderna” e “la donna nuova”. La Montessori parlò in queste occasioni di maternità sociale. L’idea era quella di esplicitare la necessità di un cambiamento sociale legato indissolubilmente al ruolo della donna, che aveva tutte le potenzialità per contribuire in maniera attiva non solo alla vita familiare, ma anche all’educazione, all’istruzione, alla ricerca, al lavoro.

Per approfondire ulteriormente questo lato della poliedrica e instancabile personalità di Maria Montessori, il mio consiglio è quindi quello di fare ricorso, tra le altre cose, ad uno dei testi della collana I piccoli grandi libri edita da Garzanti: Maria Montessori – Per la causa delle donne . Il libro raccoglie nove testi per lo più rimasti inediti dopo una prima pubblicazione su rivista, che riportano i discorsi tenuti dalla Dottoressa in vari momenti e luoghi del mondo, a partire dall’intervento al secondo Congresso di Londra del 1899, importante tentativo di organizzare le attività femminili europee dove proprio la Montessori esplicita:

“Ecco dunque la necessità della organizzazione; così felicemente intuita undici anni fa da alcune valorose donne americane ed inglesi che, unitesi a Washington a congresso, deliberarono di fondare una immensa società mondiale tra tutte le donne lavoratrici, per facilitare lo studio delle condizioni della donna in ogni paese e per aiutare col reciproco sostegno e con l’esempio l’avanzarsi fatale di questo movimento di civiltà […] unitevi in una solidarietà fraterna affinché la donna sia protetta ed aiutata dalla donna […]”.

Un testo che evidenzia la tenacia con cui Maria Montessori promosse e difese la causa femminista durante il corso di tutta la sua vita, parallelamente ai successi in campo pedagogico e scientifico, e alla sua personalità unica, che le permisero di ottenere grande visibilità e di conseguenza anche grande influenza sull’immaginario collettivo di donne e uomini di ogni nazione. Un connubio che le valse la nomina per ben tre volte al Premio Nobel per la Pace, anni 1949, 1950, 1951, vinti rispettivamente da Lord John Boyd Orr, Ralph Bunche, Leon Jouhaux, tre uomini…ma questa è un’altra storia.