Settembre, andiamo.
Gabriele D’Annunzio, I pastori
E’ un mese iconico per la storia recente del nostro paese. Dalla breccia che al XX del mese ha fatto intitolare migliaia di piazze nello Stivale, passando per il Proclama che ha fatto dell’Otto un giorno impossibile da dimenticare, fino alla presentazione dei piani per il Recovery Fund. A settembre sembra emergere l’essenza più profonda dell’italianità.
Parlare di questo aspetto può sembrare azzardato, ma se non si conosce la propria tessera difficilmente si potrà comprendere il grande puzzle internazionale!
Memory propone un nuovo filone di approfondimento, pensato per il lungo periodo e attraverso ogni mezzo a disposizione della redazione. Ci dedicheremo alla costruzione, alla percezione e al sentimento dell’italianità, perché in un mondo globalizzato agonizzante e attaccato dai reflussi di nazionalismo, approfondire i temi identitari, che partono dall’Unità e arrivano ai giorni nostri, può dare ossigeno alla narrazione dello spirito italiano fondato su libertà e autonomia. Non è una forzatura accostare la fierezza dell’appartenenza con la conoscenza e la consapevolezza del sé inserito in un contesto globale. Solamente un’analisi diacronica dei processi culturali, politici ed antropologici può consentire infatti la comprensione di quel fenomeno che nacque nelle stanze dotte e di cui “Del Risorgimento d’Italia negli studi e nelle arti, e ne’costumi dopo il mille” dell’abate Saverio Bettinelli nel 1786 fu il punto di partenza e giunge fino a noi.
Ogni movimento di idee ha bisogno di interpreti e di realizzatori, ciò lo si trova in sovrani e uomini politici, avventurieri che attuano le aspirazioni intellettuali, realizzando ciò che le circostanze propongono. La triade risorgimentale Vittorio Emanuele II, Cavour e Garibaldi non è altro che la sintesi di queste circostanze: un sovrano che aveva bisogno di allargare il suo regno, un primo ministro pratico che aveva compreso l’importanza delle alleanze internazionali per affermare il potere politico ed infine l’immagine dell’uomo d’azione, formatosi attraverso le idee democratiche e rivoluzionarie, che riuscì a diventare il braccio armato di un movimento nazionale multiforme.
L’Italia Liberale ha assunto un ruolo fondamentale nella formazione della retorica e dell’identità nazionale, attraverso l’aspetto educativo e scolastico, ma anche propagandistico: ha offerto un contenitore per formare il cittadino italiano.
Il raccolto di questa semina si ebbe nelle cosiddette Radiose giornate di maggio e durante i mesi di accesissima discussione sull’ingresso o meno dell’Italia nel primo conflitto mondiale: la grande proletaria si era ormai mossa!
L’esperienza coloniale italiana costituisce tuttavia un buco nero della narrazione storica, al punto che ancora oggi la divulgazione e l’approfondimento non hanno affrontato e proposto il tema al pubblico extra accademia: la storia coloniale italiana è relegata a pochi esami complementari e i pochi saggi che hanno avuto successo non hanno colpito il sentimento degli italiani. L’Imperialismo italiano è spesso accostato al più grande fenomeno politico che abbia condizionato il paese: il Fascismo. Parlare del ventennio è un obbligo morale se si vuole comprendere l’italiano, negare a priori senza affrontare i temi può generare sentimenti e rigurgiti di un “passato distopico”.
La guerra ha assunto un ruolo centrale nella definizione e nella caratterizzazione degli italiani, guerra intesa come conflitto sia tra stati che tra classi sociali, tra formazioni partitiche, tra sentimenti religiosi e laici e così via.
Cosa ci rimane della guerra civile degli italiani? Gli sforzi che hanno portato alla nascita dello stato repubblicano fondato su valori condivisi ed espressi nella costituzione repubblicana hanno ancora valore? Come ci hanno condizionati il boom economico, l’alleanza atlantica e l’Unione Europea (dalla CECA ad oggi)?
Insomma chi siamo noi italiani?
Questi e tanti altri temi animeranno le pagine di The Pitch. Partendo da queste premesse Memory inizierà un lungo percorso di approfondimenti sul tema dell’italianità, intesa come caratteristica di fondo degli abitanti della penisola.
Il bello di questo viaggio è che non ci saranno conclusioni scontate né didascaliche a priori.