Le fake news sono una seria minaccia per chi affida la propria conoscenza su temi particolarmente sensibili, esclusivamente alla rete, senza verificarne le fonti. Ma come riconoscerle per difendersene?
Fake news, termine anglosassone che indica una notizia falsa, distorta, creata allo scopo di fuorviare la conoscenza dell’opinione pubblica su un determinato argomento, generando in essa confusione.
La disinformazione ha iniziato a correre a gran velocità, grazie anche al moltiplicarsi delle piattaforme online, ed a colmare pericolosamente quei vuoti informativi lasciati da esperti e istituzioni.
È la stessa OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, a parlare di infodemia, come “disinfodemia” che, soprattutto in ambito sanitario, può dare luogo alla diffusione incontrollata di informazioni scorrette, a discapito dei pazienti, con costi esorbitanti per il nostro SSN – Servizio Sanitario Nazionale -.
I COSTI PRODOTTI AL SSN DA UNA SCORRETTA INFORMAZIONE
Le ospedalizzazioni e i decessi direttamente riconducibili alla pandemia, hanno inevitabilmente ripercussioni negative sulle casse della sanità pubblica. “Da recenti studi – spiega Francesco Saverio Mennini, direttore del CEIS-EEHTA , Centre for Economic and International Studies: Economic Evaluation and HTA, dell’Università Tor Vergata di Roma – è emerso che la disinformazione sul COVID-19 e sulle vaccinazioni fa lievitare costi sociali ed economici, portandoli a livelli molto elevati.
Il costo medio di una ospedalizzazione per COVID, supera gli 8.000 Euro, con picchi che sfiorano i 60.000 Euro, per i ricoveri con una degenza media di 16 giorni.
Risultati allarmanti sia sotto il profilo della spesa, sia per quanto riguarda la gestione e l’organizzazione dell’assistenza dal punto di vista ospedaliero.
Un evidenza che si ripercuote in maniera importante anche sul PIL, direttamente proporzionale ad eventuali ritardi nel raggiungere le coperture vaccinali ottimali.
Un dato questo, confermato dallo studio Mennini FS e Favato G, 2021, che ha evidenziato come la celerità nel processo delle vaccinazioni, sia fondamentale oltre che per salvare più vite possibili, per scongiurare il rischio di criticità nell’economia del Paese”.
DIFENDERSI i DALLE FAKE NEWS E CONTRASTARE LA DISINFORMAZIONE
Sono più di 90 in Italia i siti che creano appositamente bufale: circa 600 al giorno.
La falsa informazione in ambito sanitario, più che in qualsiasi altro settore, può costituire il rischio concreto di influenzare i comportamenti delle persone che, a causa di un’errata informazione, possono perdere la fiducia nelle terapie ufficiali ed a prediligere i metodi sperimentali di prevenzione a quelli offerti dalla medicina tradizionale, mettendo in serio pericolo la propria salute.
Le fake news al momento più “gettonate” che costituiscono maggior rischio, in quanto fortemente impattanti sulla salute delle persone, sono quelle che riguardano, come è prevedibile che sia in emergenza pandemica, i vaccini anti Covid.
La fonte è quella della Fondazione MESIT, in base alla quale l’interesse verso tali tematiche ha fatto registrare numeri elevati, uno tra tutti è quello che riguarda la pericolosità degli effetti avversi del vaccino (49,3%), seguito dalla preoccupazione sulla sua natura sperimentale (18,2).
A catturare l’interesse dei cittadini sono anche i dibattiti sulla composizione del vaccino (11,3%) e sugli interessi economici delle case farmaceutiche (10,9%).
Tutto questo ha avuto un effetto sulla campagna vaccinale, che in estate ha subito un rallentamento ed una inaspettata ripresa nel mese di settembre, anche sotto la spinta delle nuove applicazioni del Green Pass.
L’OMS ha coniato il termine “infodemia” per indicare una cospicua quantità di informazioni, tale da non essere possibile individuare fonti attendibili, elaborando inoltre una mappatura di 519 siti web, che hanno veicolato disinformazione sulla COVID-19 negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia, Germania e Italia.
Un fenomeno quello dell’infodemia, che esisteva ancor prima che scoppiasse la pandemia, ma che ha raggiunto in essa il suo culmine.
Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’OMS già agli esordi della pandemia affermava: “Non stiamo combattendo solo il virus, ma anche i troll e i teorici della cospirazione che spingono la disinformazione e minano la risposta all’epidemia”.
Da un report del CENSIS , il 99,4% degli italiani, avrebbero cercato sul web, ambiente di maggior diffusione di notizie false, le informazioni sulla pandemia.
Ma che tipo di notizie si trovano su internet?
Informazione vera, basata sulla conoscenza che si ha al momento in cui si scrive un articolo, un fattore che durante la diffusione del virus SARS-CoV2 mutava continuamente, aggiornandosi di volta in volta, poiché nessuno sapeva bene quale ne fosse la causa; la misinformazione è invece una falsa notizia diffusa involontariamente, senza alcuna intenzione di arrecare danno o di trarre un ingiusto profitto; e la disinformazione, che è al contrario un dolo vero e proprio, essendo una condotta illecita posta in essere con lo specifico scopo di confondere o di ferire.
La rete resta sempre lo strumento di ricerca più utilizzato come rivela anche il CENSIS, secondo il quale nel 2020 il 75,5% degli italiani si è informato attraverso i tg o trasmissioni televisive, sui giornali o dalla radio, il 51,8% ha invece preferito farlo dai siti web istituzionali, mentre il 30% ha fatto ricorso ai social network.
COME INDIVIDUARE UNA BUFALA
L’efficacia delle notizie fake sta principalmente nel far leva sulle emotività della gente, alimentando paura, indignazione e rabbia, ossia sentimenti che riducono la capacità di riflettere su quanto scritto, spingendo inevitabilmente a condividere quell’informazione.
Si tratta dunque di una notizia studiata per far colpo su determinati gruppi di persone con personalità, interessi ed obiettivi simili, mimetizzandosi con essi, sino a rafforzarne le convinzioni preesistenti. Tutto questo fa in modo che la notizia venga accolta con facilità.
GLI STRUMENTI PER ARGINARE LA DISINFORMAZIONE
Nella lotta per porre limite alla scorrettezza dell’informazione, le Istituzioni hanno predisposto vari supporti come, ad esempio, il portale del Ministero della Salute ed il vademecum dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre al neo nato IDMO, Osservatorio italiano sui media digitali, un organismo tra gli 8 hub nazionali dell’European digital media observatory concepito dalla Commissione dell’Unione Europea per fungere da “vademecum” di riferimento nel contrasto alla disinformazione. Hub che dovrebbero verificare il grado di condizionamento delle fake nel tessuto sociale e promuovere buone pratiche all’utilizzo di strumenti digitali.
La Commissione Ue, ha inserito sul proprio sito una sezione dedicata alla disinformazione in cui sfata periodicamente quelli che sono le leggende più diffuse che aleggiano attorno al coronavirus.
L’Unione Europea è già attiva da tempo nel combattere la disinformazione, con la creazione della “Task force East StratCom” per far fronte alla propaganda informatica della Russia di qualche anno fa, a garanzia della trasparenza delle piattaforme online.
Nel 2018 è stata approvata la Comunicazione sulla lotta alla disinformazione online, che annuncia, tra l’altro, il codice di buone pratiche sulla disinformazione, promulgato ad ottobre dello stesso anno.
INFODEMIC MANAGER
Anche l’OMS ha messo in atto diverse iniziative finalizzate a contrastare la “cattiva” informazione come Stop the Spread, il progetto di sensibilizzazione che spinge le persone a verificare l’autenticità delle notizie riguardanti il Covid-19 prima di condividerne il contenuto ed il Reporting Misinformation, ovvero un progetto che mira non soltanto ad incoraggiare ad assicurarsi sulla bontà della fruizione delle notizie ma anche a segnalare le anomalie sulle varie piattaforme dei social.
L’Infodemic Manager è una nuova figura professionale ideata allo scopo di gestire l’empowerment, l’istruzione e la formazione dei dipendenti delle istituzioni sanitarie.
DA COSA RICONOSCERE UNA NOTIZIA INAFFIDABILE
L’informazione non attendibile ha delle caratteristiche intrinseche come ad esempio l’ allarmismo ed il sensazionalismo, per cui spesso possono esserci incertezze, scoperte rivoluzionarie oppure titoloni che promettono miracoli; confusione tra correlazione e causalità, ovvero il fatto che esista un legame tra due eventi, come ad esempio, l’emergere di un sintomo a seguito dell’assunzione di un farmaco, non è necessariamente indicativo che vi sia un nesso di casualità tra i due; forma trascurata, capita spesso infatti che le bufale contengano molti errori di sintassi, di battitura o grammaticali; fonti assenti, non reperibili o inaffidabili. In un contenuto di spessore, è opportuno infatti che le fonti siano chiaramente citate, in quanto il lettore deve poter eventualmente avere la possibilità di approfondire, laddove voglia farlo. Riferimenti utili oltretutto ai fini di una valutazione della loro affidabilità; date, video e foto modificati o estrapolati dal contesto; molta pubblicità, spesso infatti, siti che raccolgono notizie false sono pieni di banner pubblicitari; l’informazione non è presente in altre fonti.
Solitamente una notizia è reale, se viene riportata da molte testate.
Tutte caratteristiche che possono aiutare a difendersi da molte notizie false e tendenziose.
È fortemente consigliato dagli esperti di porsi dinanzi alle notizie che ci arrivano in maniera critica e scettica, anche quando l’informazione proviene da un nostro conoscente o da qualcuno verso cui riponiamo la nostra fiducia.
COME FARE PER TROVARE INFORMAZIONI AFFIDABILI
Nel metodo scientifico qualsiasi tipo di ricerca deriva da anni di tentativi che si basano su errori, prove, riscontri e ogni risultato può essere sovvertito da nuove scoperte, al punto tale che una notizia ritenuta attualmente valida può essere viceversa contrastata e superata da nuovi studi.
È consigliabile pertanto la consultazione di siti istituzionali autorevoli come quello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, di AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco – oppure del CICAP – Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze – e dei siti di informazione scientifica.
Fonti: https://www.dogma.it/it/news/fake-news https://www.pphc.it/fake-news-sulla-salute/