Con “Donne Sportive”, The Pitch Olympia vuole aprire ed approfondire una finestra che da troppo tempo non viene illuminata. Lo sport femminile per decenni ha dovuto subire discriminazioni immotivate che hanno terribilmente limitato la crescita di questo ambito. Le differenze, come vedremo nei vari racconti, sono sempre state enormi andando a minare i sani valori che lo sport offre da secoli. Nonostante ciò, la figura della donna nel mondo sportivo ha regalato delle storie da brividi che proviamo umilmente a raccontare. Al centro di questa puntata c’è la storia di Valentina Vezzali. Lo sport italiano è caratterizzato da delle vere e proprie macchine da guerra (e da medaglie) e la jesina rientra a pieni voti in questa categoria. Con i classici occhi della tigre ha cannibalizzato la scena schermistica nostrana e mondiale. Ripercorrere la sua storia è come immergersi in un calderone di determinazione e spirito vincente. 

Atlanta 1996: è nata una stella. Tra le certezze italiane quali Yuri Chechi, Fiona May e la collega Giovanna Trillini (portabandiera nostrana per quell’edizione e sovrana assoluta della scherma italiana fino a quel momento), esce dal bozzolo tale Valentina Vezzali. La schermitrice ha 22 anni quando porta a casa le sue prime medaglie olimpiche: un argento nel fioretto individuale e un oro nel fioretto a squadre proprio con la Trillini.  

La sana competizione con Giovanna Trillini

Entrambe di Jesi (città più medagliata al mondo nella storia delle Olimpiadi grazie ad una scuola schermistica da far tremare le gambe), si danni stimoli a vicenda. Giovanna Trillini ha iniziato prima ed ha avuto più tempo per affermarsi. Barcellona 1992 le diede quella parvenza di mito, dopo la vittoria con un legamento rotto. Un alone che però sarebbe destinato a scomparire proprio con l’arrivo di quella “ragazzina“. Le due si sono sfidate talmente tante volte che conoscono a memoria le mosse della rivale. Una competizione sempre sana che, però, ha trovato l’epilogo ad Atene 2004, con l’ultima medaglia individuale per la Trillini e la definitiva consacrazione della Vezzali

La rivalsa italiana

Ormai, la passione per la scherma in Italia è stata risvegliata e Valentina Vezzali, seguendo le orme dell’amica, la alimenta a suon di vittorie diventando una vera e propria leggenda del nostro sport. Tre medaglie d’oro consecutive nel fioretto individuale hanno rilanciato anche la scuola schermistica italiana in tutto il mondo. Ormai le rumene, le francesi e le tedesche non facevano più paura se in pedana c’era Valentina. In quegli anni di declino (non sul lato sportivo) per il nostro Paese, lo sport rappresentava l’elemento perfetto per risollevarsi, e Valentina lo ha fatto con tutte le sue forze. D’altronde gli occhi della tigre non li aveva soltanto per le vittorie. 

Valentina Vezzali, con la divisa della Polizia di Stato, insieme al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. – Credit: Wikimedia

La dura rivalità tra la Vezzali e la Di Francisca

Quella fame di vittoria che però spesso l’ha portata a scontrarsi con le sue colleghe e connazionali. La rivalità più eclatante è stata quella con Elisa Di Francisca, fumantina ed anche lei di Jesi.

“La Vezzali schermitrice non si discute. Sono cresciuta nella sua palestra cercando di rubarle molto perché è unica. Ma la persona non mi piace. Non sa perdere e non accetta ombre. Quando ci incrociamo nei ritiri, il suo sguardo è amichevole solo se mi ha battuta“. Così disse Elisa Di Francisca a La Stampa qualche mese prima di partire per le Olimpiadi di Londra 2012

La squadra italiana femminile del fioretto capace di conquistare l’oro olimpico a Londra 2021. – Credit: Wikimedia Commons

Non corre buon sangue tra le due, ma l’Italia viene prima per entrambe, ed infatti in quella squadra magnifica composta da loro due più Arianna Errigo ed Ilaria Salvatori portano a casa l’oro nel fioretto a squadre. Nell’individuale, la Vezzali dovrà accontentarsi del bronzo dopo la sconfitta in semifinale contro la Errigo salendo con l’amaro in bocca in un podio tutto italiano, con la Di Francisca sul gradino più alto.  

Breve ma intensa, la loro rivalità finisce lì. Per un momento Elisa Di Frnacisca ha tentato di oscurare il suo mito, ma la lucentezza della classe 1974 agli occhi degli italiani è troppo più grande. Resta solo la grande ammirazione per entrambe che hanno riportato a splendere la nostra scherma nel mondo. 

La Valentina Vezzali fuori dalla pedana

Le Olimpiadi di Rio 2016 saranno le ultime per Valentina Vezzali che si ritira definitivamente dalla scherma. Ma non è rimasta con le mani in mano. Già prima di terminare la vita da sportiva, ha iniziato quella da politica, nel 2013, venendo eletta alla Camera dei Deputati. In silenzio ha sempre fatto il suo lavoro senza strafare e, soprattutto, senza cercare notorietà. Un buon operato che l’ha portata a diventare Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio del governo Draghi con delega allo sport, una sorta di Ministro dello Sport mascherato. 

Valentina Vezzali, insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed al tennista Matteo Berrettini, assiste alla finale degli Europei 2020 di calcio tra Italia e Inghilterra. – Credit: Wikimedia Commons

La Vezzali non si sarebbe mai aspettata di affrontare il nemico più malvagio fuori dalla pedana: il Covid. Lo sport italiano è dipeso dalle sue labbra in questo periodo di pandemia. I provvedimenti presi sono stati vari, dalla diminuzione dei posti negli stadi e nei palazzetti ai vari protocolli emanati per prevenire il contagio. Non sta a noi giudicare le sue scelte, ma sicuramente ha messo la stessa tenacia ed ha usato gli stessi occhi della tigre che aveva con il fioretto in mano.