In occasione della commemorazione per il centenario dell’Ignoto Militi, The Pitch vuole offrire una panoramica storica che si aggiunge alle analisi dei media per la commemorazione del centenario della traslazione al Vittoriano. In questo breve intervento si cercherà di comprendere perché ci furono così tanti soldati ignoti durante il Primo conflitto Mondiale, ma soprattutto analizzeremo se i soldati caduti entrarono nei pensieri delle autorità militari solo a fine conflitto. Un breve paragrafo è dedicato ai monumenti ai Soldati Ignoti dei paesi belligeranti. L’intervento apporta, infine, una breve guida pratica per effettuare ricerche relative ai nostri avi che combatterono durante il Primo Conflitto Mondiale.

IL RICONOSCIMENTO INDIVIDUALE

La necessità di individuare l’identità di un militare nelle varie vicissitudini di una campagna militare: malattia, ferite, morte, per citarne alcuni, portò le autorità militari a introdurre il piastrino di riconoscimento. Esso consisteva, ad inizio conflitto, in un medaglione oppure in una semplice pergamena. Questi elementi venivano cuciti sotto il bavero della giubba di panno. Tuttavia si constatò che questa prassi provocava spesso scambi di persone oppure veniva smarrito a causa delle attività belliche.

Nel corso del conflitto, l’Intendenza Generale istituì il nuovo piastrino. Esso consisteva in un “medaglioncino” metallico di forma rettangolare da portare attaccato al collo e non più cucito sulla giubba come il precedente. All’interno del medaglioncino veniva posta la tessera militare ripiegata in tre parti, in maniera da mostrare le generalità sul verso di apertura del piastrino.  Nel retro si trovavano le indicazioni riguardanti le vaccinazioni. Ma la carta del tesserino si rovinava a causa delle intemperie. Ciò determinò un numero elevato di soldati ignoti. Venne persino pensato di tatuare mediante un timbro indelebile il braccio del militare, ma questa ipotesi fu scartata perché ritenuta pratica selvaggia!

Esempio di piastrino, tratto dall'Enciclopedia militare: a causa della tessera di carta numerosi caduti rimasero soldati ignoti.
Esempio di piastrino, tratto dall’Enciclopedia militare: a causa della tessera di carta numerosi caduti rimasero soldati ignoti.
LA CURA DEI CADUTI DURANTE IL CONFLITTO: I CIMITERI DI GUERRA

Le norme per i servizi disponevano le procedure da adottare per la tumulazione dei caduti a seguito delle operazioni militari. Queste procedure rimarcavano le necessità profilattiche del campo di battaglia. Infatti, gli ufficiali medici del reparto interessato adottavano le misure per la bonifica e la sepoltura dei campi di battaglia. Una volta raccolti le squadre preposte seppellivano le salme in profondità, dove non era possibile, i disinfettori gettavano della calce e poi ricoprivano i caduti con la terra.

Il medico dell’unità prima del pio compito procedeva all’accertamento delle cause di morte. L’assenza sul luogo dell’azione di un medico consentiva anche ai militari preposti alla tumulazione di effettuare l’accertamento delle cause di morte, seguendo alcune linee guida. Durante queste fasi il personale incaricato raccoglieva i piastrini e il libretto personale, se ciò non fosse stato possibile, essi ritagliavano la matricola dai capi di vestiario. Nei casi di soldati ignoti, gli incaricati prelevavano e segnalavano aspetti utili per il riconoscimento in seguito. Al termine di ogni tumulazione, i militari addetti redigevano un apposito verbale.

LE ASSICURAZIONI

Una forma di tutela per i soldati inviati al fronte fu la stipula di un’assicurazione in favore dei combattenti. L’istituzione risale al dicembre 1917, e copriva i militari che dopo il primo gennaio 1918 per le loro mansioni si fossero trovati esposti all’offesa di armi belliche. La polizza era di due tipi: semplice o mista a seconda che il caduto avesse o meno diritto a pensione di guerra. Il militare poteva decidere la liquidazione in maniera diluita negli anni. La polizza era annullata o sospesa in caso di condanna dell’assicurato.

COMMISSIONE NAZIONALE PER LE ONORANZE AI MILITARI D’ITALIA E DEI PAESI ALLEATI MORTI IN GUERRA

Nel 1919 si susseguirono una serie di provvedimenti volti a onorare la memoria dei soldati d’Italia e dei Paesi alleati. Infatti i decreti del 13 aprile e del 19 maggio istituirono presso il Ministero dell’Interno un’apposita commissione per le onoranze ai caduti. Un ulteriore Regio decreto del 24 agosto dello stesso anno consolidò le norme per la commissione che aveva come compito quello di coordinare le questione relative alla materia.

Accanto alla Commissione operavano anche le società di soccorso, in particolare la Società di Solferino e San Martino, già interessata durante il conflitto nelle fasi di riconoscimento e tumulazione delle salme.

LA CURA DEI CADUTI DOPO IL CONFLITTO

La Legge 11 agosto 1921, n. 1074, relativa al trasporto gratuito delle salme dei caduti in guerra istituiva all’articolo 1 recitava:

«Lo Stato assume a suo carico, su richiesta della famiglia, il trasporto di tutti i militari del Regio esercito e della Regia Marina che cessarono di vivere, per ferite, in conseguenza dell’ultima guerra mondiale».
I trasporti dall’estero erano subordinati agli accordi da convenirsi cogli altri Stati. Per l’esigenza lo stato stanziò 90 milioni di lire e autorizzò i comuni ad ampliare i cimiteri nel caso ve ne fosse stato bisogno. Le richieste di trasporto potevano essere avanzate dai parenti più prossimi, genitori, fratelli, vedove entro i sei mesi dalla pubblicazione del provvedimento. Gli aspetti logistici erano di responsabilità del ministero della Guerra.

Queste pratiche interessarono anche il riordino dei cimiteri di guerra. Nel dopoguerra la commissione per le onoranze ai caduti soppresse 2591 piccoli cimiteri sparsi sulle Alpi, concentrando le salme in luoghi accessibili. Da questo lavoro nacquero poi i sacrari militari, tra cui si ricorda quello più importante a Redipugia dedicato alla 3a Armata, l’ “Invitta“.

Ossario del Grappa. Il complesso monumentale ospita i resti di oltre 12.600 Caduti italiani e più di 10.200 caduti austro-ungarici, conservati in due distinte strutture, perfettamente collegate tra loro. 10.000 Soldati Ignoti sono raccolti in due urne ai lati della cappella centrale.
Ossario del Grappa. Il complesso monumentale ospita i resti di oltre 12.600 Caduti italiani e più di 10.200 caduti austro-ungarici, conservati in due distinte strutture, perfettamente collegate tra loro. 10.000 Soldati Ignoti sono raccolti in due urne ai lati della cappella centrale.
I MILITI IGNOTI

Al termine del Primo Conflitto Mondiale, le nazioni coinvolte  vollero onorare i sacrifici e gli eroismi delle collettività nella salma in un anonimo combattente caduto.  Nelle principali capitali del mondo sorsero monumenti a gloria del simbolico soldato. 

In Italia l’idea di onorare la memoria dei caduti non riconosciuti fu nel 1920 di Giulio Douhet che  propose di tumulare la salma non identificata di un nostro soldato nel Pantheon. L’idea dell’ufficiale italiano seguiva quanto già fatto dalla Francia e dalla Gran Bretagna, che dedicarono una tomba ad un soldato Ignoto sotto l’Arco di trionfo e presso l’abbazia di Westminster.

L’onorevole Cesare Maria De Vecchi presentò il relativo disegno di legge alla Camera nel 1921. Il Parlamento approvò la legge n. 1075 l’11 agosto 1921, stabilendo che il 4 novembre successivo, nella ricorrenza del terzo anno della Vittoria, una salma di un caduto ignoto, scelta tra  11 salme riesumate da un’apposita commissione in altrettanti campi di battaglia, fosse tumulata presso l’Altare della Patria. La ricerca interessò un’ampia fronte affinché fra i resti raccolti ve ne potessero anche essere di reparti da sbarco della Regia Marina. La commissione individuò una salma per ognuna delle seguenti zone: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castagnevizza al mare.

LA SCELTA DELLA SALMA E IL VIAGGIO VERSO ROMA

Un’altra commissione scelse, come madre spirituale del Milite Ignoto, Maria Bergamas la madre di un caduto irredento, Antonio Bergamas (nome di guerra Bontempelli). Ella tra 11 bare indicò quella che giunse tra gli onori del Paese a Roma.

Le dieci salme rimaste ad Aquileia ottennero gli onori nel locale cimitero, dove qualche lustro più tardi volle essere tumulata Maria.

Inoltre, i Paesi Alleati concessero reciprocamente ai Soldati Ignoti le più importanti decorazioni al Valor Militare. Tra i più importanti, ad esempio, ricordiamo il reciproco scambio tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America. Il 12 ottobre 1921 il Congresso concesse al Milite Ignoto Italiano la Medal of Congress.

LA MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria.

ASPETTI PRATICI PER LE RICERCHE DEI CADUTI E DEI MILITARI IN GENERALE

Oggi la cura dei Caduti è demandata al Ministero della Difesa attraverso il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti. Ogni cittadino si può rivolgere a questa istituzione per eventuali ricerche o informazioni relative ai caduti di tutte le guerre e operazioni militari.

Per le ricerche relative a personale che ha partecipato alle azioni belliche si può richiedere il foglio matricolare rivolgendosi all’archivio di stato della provincia di residenza al momento della chiamata alle armi e, qualora non ancora versati, all’Ufficio Documentale competente per territorio, questa richiesta vale per i militari dal grado di soldato fino a sottufficiale.

Nel caso degli ufficiali, occorre rivolgersi al Ministero della Difesa – Direzione Generale per il Personale Militare e richiedere lo stato di servizio.

Un ulteriore sussidio alla ricerca dei caduti e dei militari in generale, sono le decorazioni o onorificenze. Il servizio è sempre sotto la responsabilità del Ministero della Difesa, attraverso il Servizio ricompense e onorificenze. Tuttavia si possono trovare utili informazioni sia sul portale della Presidenza della Repubblica che su quello non ufficiale dell’Istituto del Nastro Azzurro.