La società prova ogni giorno ad inculcarci un’idea di giusto e sbagliato racchiusa in un avvolgente abbraccio. Ecco invece che alcune personalità illuminate e coraggiose, decidono di innovare, essere contro corrente, farsi guidare dall’istinto. E, con esiti più o meno positivi, fare la Storia. Ma quanto costa davvero, vivere, essere sotto il riflettore del mondo, regnare, creare ed essere se stessi, facendo quello che gli altri non si aspettano? Guardando alla vita di Cleopatra, Regina indipendente e testarda proviamo a rispondere.
Nell’immaginario collettivo, la figura di Cleopatra evoca movenze sinuose, spesse linee di kajal nero attorno agli occhi, pesanti parrucche di treccine e perle ed un erotismo che ancora oggi nessuno riesce ad eguagliare. Pochi sanno però, che l’ultima Regina d’Egitto era una donna di immensa cultura, una discreta stratega militare e una determinata sovrana dotata di grande coraggio.
In realtà Cleopatra era una donna di una modernità disarmante, che viveva in un’epoca che poco le si addiceva. Essere Regina per lei divenne una missione da portare avanti in onore del padre, un’aspirazione che la fece lottare come una tigre affamata e rivoltare contro il suo stesso sangue.
Amore fraterno
Partiamo dal fatto che la dinastia di cui faceva parte Cleopatra non era nuova a lotte intestine. Era tradizione infatti che la discendenza di sangue servisse solo ad avere diritto al trono e non certo a supportarsi a vicenda. Cleopatra sapeva di essere destinata allo scettro anche se ogni volta che lo impugna nel corso della sua vita, dovette sempre dividerlo con un uomo, più o meno debole di quanto desiderasse.
Era ben decisa però a non farsi schiacciare dall’epoca in cui viveva e si impegnò a dire la sua in ogni fase del suo regno, a partire dalla sua educazione, fino al ruolo dei fratelli e alla morte della sorella, fino alle mosse politiche dell’uomo che aveva al suo fianco.
Non furono certo la sua fame di potere e la sua voglia di sopravvivere però, il segno distintivo di questa donna straordinaria.
Affamata di sapere
Cleopatra fu, alla pari dei suoi fratelli, educata secondo i precetti classici che provenivano dall’Antica Grecia. Si intendeva di matematica e di astronomia e non disdegnava lo studio della medicina. Al contrario del resto della sua famiglia però, si concentrò enormemente nell’apprendimento e incanalò la sua intelligenza in modo saggio, concentrandosi sulla pratica della retorica, imparando a sostenere una conversazione con uomini molto più grandi di lei, e affermando, grazie al suo carisma, la sua posizione.
Era una fluente poliglotta: parlava fluentemente otto lingue, ma aveva anche deciso, unica nella sua famiglia, di studiare l’Egizio per potersi porre in modo diretto e comunicare con i suoi sudditi sicura di farsi capire. La sua lingua madre era il Greco, ma quello lo parlavano anche i suoi fratelli. L’astuzia non le mancava e fin da giovanissima riuscì ad imporsi con il solo potere della sua parola.
Sesso forte
Cleopatra non regnò mai da sola. Certo, tenne stretto lo scettro in ben quattro occasioni, senza mai cederlo. Suo padre aveva visto le sue innate capacità, il suo carisma e la sua intelligenza, ma non poteva cederle tutto il potere nominandola sua erede, Cleopatra era dopotutto, una donna. Forse anche per questo potere perennemente “limitato” Cleopatra fece del trono la sua unica ragione di vita. Troppo spesso ritratta come una fredda calcolatrice senza sentimenti, le sue importanti relazioni amorose, prima con Cesare e poi con Marco Antonio, vengono ancora oggi trattate come degli accordi politici.
E’ vero, la Regina egizia doveva avere accanto un uomo per regnare, e si impegnò molto per trovarne uno alla sua altezza. Ed è anche vero che Cesare era molto più vecchio di lei quando lo sedusse infilandosi nel suo accampamento. Srotolò un tappeto davanti a lui e ne uscì nuda, guadagnandoci la vittoria sul fratello Tolomeo durante la guerra civile. Ma Cesare era un uomo di eccezionale carisma e un abile parlatore, non è quindi da tralasciare il fatto che i due potessero avere moltissimo da dirsi.
E poi, Marco Antonio. Lui, che aveva rinunciato alle sue origini per vivere in Egitto, attirandosi le ire di chi a Roma lo vedeva gettare via l’onore della città. Lei gli avrebbe dato tre figli e non vi è ragione di dubitare della serietà del loro sentimento; certo, per entrambi questo aveva significato furbi riscontri politici di vario genere, ma non si può negare che Marco Antonio non perdesse tempo per tornare sempre da lei e forse la loro relazione si può paragonare a quella di due abili persone d’affari di pari talento, con un interesse comune e una profonda stima reciproca più che a quella che vi è tra un ingenuo e una ammaliatrice.
L’amante
Clepatra aveva avuto un figlio da Cesare, Cesarione, che però non riuscì mai a fargli riconoscere ufficialmente. La Regina, per avvalorare la sua relazione con l’imperatore si era stabilita a Roma, in una ricca villa sul Tevere, da cui fu però costretta a fuggire dopo la morte di Cesare.
Ma fu con Marco Antonio che Cleopatra proiettò la sua relazione direttamente ai giorni nostri. Lui era sposato, e sua moglie era niente meno che Ottavia Minore, la sorella dell’Imperatore Ottaviano. Marco Antonio riconobbe comunque tutti i figli avuti con Cleopatra e si lasciò convincere da lei a chiedere il divorzio alla moglie ufficialmente.
Cleopatra aveva rapito l’anima del generale romano e questo solo essendo se stessa. Era una Regina, la sua dinastia aveva origini antichissime, e il suo carisma pareva sconfinato. Era esotica, diversa e indipendente. Non era una donna che chiedeva il permesso, aveva le sue idee e le faceva sentire.
Libera infine
Cleopatra non accettó restrizioni neanche nella morte. Come avrebbe potuto una donna come lei, che aveva bramato il potere e la libertà di decidere fin dall’infanzia, morire per mano di un nemico o accondiscendere infine alla prigionia e alla pubblica umiliazione?
Non era una scelta possibile. Ed ecco quindi che in un ultimo gesto di autonomia, Cleopatra si tolse la vita. Marco Antonio si era già ucciso, qualcuno gli aveva riferito che la Regina era morta, e lui non poteva più vivere. Lei si fece mordere da un piccolo serpente estremamente velenoso su un braccio. Era finita.
La figura di Cleopatra è arrivata a noi distorta, ma resta un esempio solido di come anche una Regina avesse dovuto piegarsi ai dogmi della società in cui viveva. Con grande astuzia, Cleopatra è riuscita a piegare le figure dominanti vicino a lei al suo potere: sensualità, ambizione e grande cultura. Queste le armi che l’hanno portata all’apice del mondo, dove voleva e doveva essere.