Il complotto c’é stato
Decine se non centinaia di inchieste, studi e documentari non sono riusciti nel corso degli anni a convincere gli scettici della totale autenticità e spontaneità degli attacchi dell’11 settembre 2001, così come decine di controinchieste, studi e documentari degli scettici non sono riusciti a dimostrare in maniera convincente al grande pubblico l’esistenza di un complotto o di un’operazione di false flag del governo americano.
Come nel caso della pandemia di Covid-19, l’attentato al World Trade Center é un evento che si presta facilmente alla speculazione per il luogo in cui é avvenuto, per le sue conseguenze umane e materiali immediate, ma soprattutto per i risvolti politici e militari di lungo periodo a cui ha dato inizio.
Partiamo da una considerazione di base: l’attacco alle Torri Gemelle é senza nessun dubbio il risultato di un complotto. Sia che sia stato Al-Qaeda sia che siano stati i servizi segreti americani stessi, il complotto c’é stato. C’é solo da capire da chi è stato ordito e perché. Al-Qaeda per attaccare il nemico americano nel suo cuore pulsante o il Pentagono per promuovere le sue guerre e la sua agenda di controllo?
Il vociferare e la dietrologia sono quasi inevitabili in casi come questi, soprattutto nella fase subito successiva all’evento e, poi, durante le investigazioni, quando esistono solo delle teorie.
Una fucina di teorie
Fin dalle primissime ore dopo la caduta delle Torri, su blog e forum, ma anche nei telegiornali e nei talk show dei mass media di tutto il mondo, si cominciarono a diffondere voci, supposizioni, chiacchericci e opinioni personali che si mescolavano con i fatti certi, alimentando ogni tipo di teoria, dalle piú sensate alle piú maliziose. Il governo statunitense poi ci mise il suo per rendersi sospettoso agli occhi di chi lo accusava di essere complice, quando non direttamente responsabile degli attacchi.
In pochissimi giorni fu approvato il Patriot Act, decreto che metteva in campo misure di controllo e spionaggio indiscriminato, rimaste in vigore fin al giorno d’oggi, costate la privacy di milioni di persone e la libertá di Edward Snowden. Ed ecco che pochissimo tempo dopo si decise di invadere militarmente Afghanistan e Iraq. La scusa era trovare Bin Laden e smantellare Al-Qaeda che aveva i suoi campi di addestramento in Afghanistan ed eliminare Saddam Hussein in Iraq, malvisto dal governo americano e accusato senza prove certe di essere in possesso di armi di distruzione di massa che rischiavano di finire nelle mani dei gruppi terroristici.
A distanza di vent’anni i risultati di questa brillante spedizione sono davanti agli occhi di tutti: migliaia di vittime, la regione devastata, in Afghanistan ci sono di nuovo i talebani. Bin Laden fu arrestato e ucciso nel 2011 in Pakistan e nessuna arma di distruzione di massa né prove che certificassero che fossero mai esistite furono trovate in Iraq. In compenso con la fine del controllo di Saddam nascerá nel paese l’organizzazione ISIS che aprirá una stagione di conflitti etnici e tribali che continuano anche oggi.
Insomma, molto spesso chi supporta teorie del complotto riguardo all’11 settembre lo fa con una non ingiustificata diffidenza nei confronti del governo statunitense al quale l’attacco alle Torri Gemelle ha effettivamente dato una scusa perfetta da poter usare per far leva sull’emotivitá del momento e promuovere la propria agenda.
In fondo giá nel 1964 gli Stati Uniti avevano mentito riguardo a un mai avvenuto attacco nella Baia di Tonchino per dare inizio all’invasione del Vietnam. Perché sarebbe cosí assurdo che lo abbiano fatto di nuovo per giustificare le spedizioni in Afghanistan e in Iraq?
Le teorie cospirative sull’11 settembre sono moltissime e spesso contrastanti, ma possono essere divise in due gruppi: quelle della “demolizione programmata” che sostengono che le Torri non siano cadute solo per l’impatto dell’aereo, ma per delle bombe nelle fondamenta appositamente piazzate o per un intervento precedente per sabotare la resistenza degli edifici; e quelle “collaborazioniste” che sostengono invece un coinvolgimento, o comunque una volontaria inazione, del governo senza negare l’impatto degli aerei come causa del crollo delle Torri.
Teorie della demolizione programmata
Le teorie della demolizione programmata sono a mio avviso le meno probabili per almeno 3 ragioni principali.
Innanzitutto per il numero spropositato di persone che dovrebbero essere coinvolte: chi ha materialmente piazzato l’esplosivo o compiuto il sabotaggio, chi lo ha pianificato e ordinato, chi con competenze di ingenieria é stato consultato per pianificarlo, chi si é occupato di far si che nessuno fosse presente durante l’azione in sé, chi successivamente si é incaricato di depistare le indagini e le inchieste e chi se ne occupa ancora oggi, chi nel mentre é andato in pensione o é morto ed é stato sostituito da nuove persone che si continuano a incaricare di insabbiare la veritá, ecc…
Ancora piú improbabile é che nessuna di queste persone, che dovrebbero essere centinaia se non migliaia, ne abbia mai parlato con nessun altro, nemmeno amici o parenti; che nessuno si sia mai pentito o abbia fornito qualche nome o dettaglio, che nessuno sia mai stato riconosciuto né direttamente accusato.
Nessuna delle migliaia di persone che passavano quotidianamente per le Torri ha mai notato niente di strano nei giorni precedenti, nessuna testimonianza, nessuna traccia.
Un complotto perfetto, a mio avviso troppo perfetto per essere credibile.
E oltre a questo avrebbero anche dovuto pianificare l’attacco aereo in sé, coinvolgendo quindi altre svariate persone del personale dell’aereoporto e delle linee aeree, piloti e controllori di volo, che a loro volta sono sempre rimaste in silenzio in questi 20 anni, impeccabili e fedelissime al complotto fino alla fine dei giorni.
Molto poco credibile e poco utile. Perché fare le due cose se con una sola delle due si poteva raggiungere lo stesso risultato in termini di emotivitá da sfruttare, esponendosi poi alla metá dei rischi?
Teorie della collaborazione
Le teorie che invece sostengono semplicemente una qualche complicità del Pentagono o una voluta inazione affinché l’attacco di Al-Qaeda avesse successo giá sono piú verosimili per quel che riguarda il numero ridotto di persone che coinvolgerebbero e per la relativa semplicitá pratica dell’operazione.
Se io fossi uno spregiudicato direttore del Pentagono o affini in cerca di una scusa perfetta per mettere in atto la mia agenda, potrei decidere semplicemente di chiudere un occhio su un attacco in preparazione e eventualmente approvare un permesso di ingresso negli Stati Uniti con particolare solerzia.
Non sarebbe né assurdo né particolarmente difficile, probabilmente lo sapremmo solo io, qualche assistente e la persona che si occupa di redigere i report dell’antiterrorismo. Non é nemmeno necessario che lo sappia chi sta materialmente organizzando l’attacco, in questo caso Al-Qaeda.
Nessun coinvolgimento diretto, nessuna prova fisica, nessun contatto con i terroristi, nessun cavo sciolto. Come si dice: “Chi non fa non falla”.
Tuttavia anche questa teoria prevede che nessuna delle seppur poche persone coinvolte si sia mai pentita, si sia mai lasciata sfuggire qualche indizio o che in 20 anni di minuziosa investigazione ancora abbia potuto muovere accuse concrete e dirette con nomi e documenti.
Il complotto delle teorie del complotto
Per concludere, indipendentemente dall’opinione che uno puó avere a riguardo a ció che é successo nel 2001, sia che ci sia stato una complicitá o una diretta responsabilitá del governo dietro all’attacco delle Torri Gemelle sia che no, a volte penso che il vero limite di molte di queste teorie del complotto sia che finiscono per far parlare piú dell’attacco in sé che di tutto quello che il crollo ha messo in marcia.
In questi 20 si sono sprecati tempo e energie per cercare di dimostrare con complesse speculazioni e analisi minuziose su temperature, termodinamica e materiali qualcosa che non si é mai riuscito a dimostrare, mentre sono stati dimenticati il Patriot Act e le guerre in Afghanistan e in Iraq, con le drammatiche conseguenze e vittime che ne sono scaturite, con probabile sollievo di chi ha effettivamente sfruttato cinicamente l’attentato per i propri scopi.