La maestosa inaugurazione del Canale Cavour, il 12 aprile 1866, alla presenza del Principe Eugenio di Savoia, non segna che l’inizio della complessa e, a tratti turbolenta, vita di quella che è senza dubbio la più complessa opera di ingegneria idraulica dell’Ottocento. Infatti, per tutto il ventennio successivo, l’intero territorio del vercellese e novarese sarebbero stati sottoposti a continui e costosi lavori di arricchimento del complesso reticolo idraulico, composto da canali diramatori, sub-diramatori, canali ausiliari, così come lo conosciamo oggi. Immediatamente dopo al fine dei lavori del Canale si presentò però l’urgente necessità di controllare le enormi erogazioni d’acqua gestite dal Canale e la conseguente canalizzazione delle acque sul territorio percorso dallo stesso, attraverso criteri scientificamente fondati e sperimentalmente verificati capaci di eseguire perfette misurazioni per l’erogazione delle acque. Prima la Compagnia Generale dei Canali d’Irrigazione Italiani (Canale Cavour)” e successivamente il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, già dal 1868, convennero della necessità della costruzione di un edifico sperimentale servito da diverse vasche di portate differenti utili per gli esperimenti idraulici necessari.
Il racconto realizzativo e politico di quella che sarà la Stazione Idrometrica di Santhià, a differenza dalla storia costruttiva del Canale Cavour, è tratteggiato da ripensamenti, tentennamenti, errori progettuali, lievitazione dei costi e contenziosi legali complessi e onerosi, che pesarono notevolmente sul ruolo della Stazione e, probabilmente, non le permetteranno mai di svolgere il proprio ruolo.
Il primo progetto è datato al 1870, il Progetto Richelmy-Colli, che avrebbe previsto la costruzione di un edificio sperimentale da costruire presso lo Scaricatore del Canale Cavour nella Dora Baltea. L’1 aprile 1871 il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici approva il progetto e ne raccomanda l’attuazione alla Compagna Generale dei Canali Cavour. L’idea è però presto abbandonata perché l’edificio non poteva gestire notevoli portate d’acqua e in questo stato alcune formule come quella di Poncelet e Lesbros non potevano avere verifica empirica. Pertanto si decise per una costruzione più maestosa e utile per la sperimentazione.
Il secondo progetto è immediatamente successivo e scaturisce da una proposta tecnica contenuta in una relazione del 4 dicembre 1883 dell’ing Marchetti, ingegnere Capo del Genio civile facente funzione di Direttore tecnico dell’Amministrazione dei Canali Demaniali (a partire dal 1874, la gestione del sistema idrico del Canale Cavour passa al Demanio del Regno d’Italia) il quale propone di costruire la Stazione Idrometrica presso l’edificio di scarico nel fiume Dora con consiglio di aumentare le dimensioni dell’edificio in modo che potesse accogliere considerevoli dimensioni di acqua. Il progetto è sottoposto a valutazione da parte di una nuova commissione, proposta dal commendatore Carlo Suspizio, Amministratore Generale dei Canali Demaniali dal 1876 al 1898, con il concorso del Ministero dei Lavori Pubblici, dell’Agricoltura e della Pubblica Istruzione che, con decreto del 5 febbraio 1885, è nominata e così composta: presidente professor Turazza, commendatore Susino, prof. Nazzari, dal cavaliere ing. Marchetti e dagli ing. Colli e Troncone e dall’ing. Mazzi quale segretario aggiunto.
La Commissione rileva in breve tempo l’impossibilità di costruire la Stazione presso lo Scaricatore perché questo avrebbe comportato un’eccessiva sottrazione di acqua all’agricoltura e pertanto si avanza l’ipotesi della costruzione della Stazione nella periferia dell’abitato di Santhià. Il cambiamento è accolto favorevolmente in breve tempo e il progetto è approvato dal Governo il 14 agosto 1886. L’approvazione parlamentare solamente sette anni dopo, il 15 giugno 1893, con apposito disegno di legge relazionato dall’allora Ministro del Tesoro Bernardino Grimaldi che si era personalmente interessato del progetto dopo le numerose pressioni dei parlamentari dei territori coinvolti.
La Stazione avrà vita giuridica solo nel 1903 e inaugurata il 9 ottobre 1911, benché i lavori fossero iniziati già nel giugno 1894 e condotti dall’impresa del Sig. Fogliotti che si occupò dello scavo dei canali e delle vasche per un costo complessivo di 300.000 lire. Congiuntamente all’impresa Fogliotti, vennero appaltati ulteriori lavori alla famosa società milanese “La Filotecnica” con un “contratto a forfait per la fornitura e posa in opera di tutto il materiale occorrente per la Stazione Idrometrica sperimentale di Santhià per potervi eseguire le esperienze di misura, quali paratoie, luci stramazzo, luci a battente, cavalletti in ferro, […] nonché per la fornitura e l’impianto dei meccanismi d aria compressa per la manovra delle paratoie stesse”
L’importo dei lavori si aggirava intorno alle Lire 68830 mediante il corrispettivo a forfait di Lire 65388,50, cioè con il ribasso del 0,50% sulla somma totale risultante dalla perizia stessa e il pagamento sarebbe avvenuto in tre differenti tranche:
1 – per 5/10 dell’importo, ossia Lire 3264,25 in base a certificato dell’Amministrazione Demaniale che attestasse la provvista a piè d’opera di tutto il materiale. 2 – per 4/10, ossia Lire 26155,40 a completa ultimazione delle opere e delle provviste, ultimazione che risulterà da apposito processo verbale. 3 – per il 1/10 rimanente, ossia Lire 6538, 85 dopo l’approvazione degli atti di collaudo, da farsi entro il quarto trimestre dalla data di verbale di ultimazione.
Proprio con “La Filotecnica” l’Amministrazione dei Canali Demaniali aprì un contenzioso legale che si concluse solo nell’aprile 1913, dove quest’ultima venne condannata al pagamento delle rate previste dal contratto di fornitura e l’anno successivo la Corte di Cassazione confermò la sentenza. L’Amministrazione era convinta di poter dimostrare l’incuria della società milanese nella conduzione dei lavori, in verità le perizie tecniche disposte dal Tribunale di Torino dimostrarono la quasi impossibilità di installazione del sistema automatico di paratoie fornito da “La Filotecnica” a causa di evidenti difetti di progettazione e costruzione oltre che danneggiamenti dovuti allo stato di abbandono in cui versava la Stazione. Nell’ottobre del 1916 è addirittura costituita una Commissione d’Inchiesta che traccerà le medesime considerazioni dei periti del Tribunale. La successiva ed ultima perizia del dicembre 1917 fotografa chiaramente come la grande ambiziosità scientifica del progetto non sia mai riuscita a raccordarsi con le reali esigenze pratiche di funzionamento. L’edificio sperimentale risultava oggettivamente all’avanguardia: dove infatti altre simili stazioni idrometriche difettavano di mezzi idonei per la rapida manovra di apertura e chiusura delle bocche di efflusso e di strumenti adatti alla misurazione del livello delle acque nelle vasche campionarie, a Santhià era invece presente di un modernissimo, ed estremamente delicato, impianto, mai però funzionante veramente (solo installato), ad aria compressa per la manovrazione delle paratorie e di cronoidrometrografi, strumenti che consentivano di misurare le variazioni di livello del pelo libero dell’acqua in vasca nell’intervallo di tempo voluto. Ma tutto questo enorme sforzo ingegneristico ed economico poggiava su un “equivoco concettuale”: risultava impossibile tarare bocche modellate da cui dispensare le acque del Canale Cavour poiché era impraticabile ricreare le identiche condizioni in cui esse si trovavano lungo la rete irrigua.
Il materiale bibliografico relativo alla Stazione è quasi assente: l’unica opera a stampa è del settembre del 1911, scritta dell’Ing. Carlo Mazzini ed intitolata Cenni storici e descrittivi della Stazione Idrometrica di Santhià. La storia scientifica della Stazione si interromperà in concomitanza con l’inizio della causa legale a causa delle numerose perizie a cui fu sottoposta. Si hanno alcune attestazioni di utilizzo saltuario fino al 1929, data oltre la quale ogni tipo di sperimentazione idraulica viene definitivamente interrotta.
- C. Mazzini, Cenni storici e descrittivi della Stazione Idrometrica sperimentale di Santhià, Sten, 1911.
- Morachiello P., Ingegneri e territorio nell’età della destra, Roma, Officina, 1981.
- C. Franco, Storia delle campagne padane dall’Ottocento ad oggi, Milano, Mondadori, 1996.
- G. Bracco, Uomini, campi e risaie nell’agricoltura e del Vercellese fra età moderna e contemporanea, Vercelli, Unione Agricoltori di Vercelli e di Biella, 2002.
- Archivio Storico delle Acque e delle Terre Irrigue, Est Sesia – Novara. Archivio Storico Canali Cavour, 1911
- http://www.estsesia.it/notizie-eventi/la-stazione-idrometrica-di-santhia/