Rassegnati è la rubrica settimanale che seleziona un fatto degli ultimi giorni per provare a mostrare com’è stato riportato dalla stampa italiana. Tra strategie comunicative ed errori, viene svelato il filtro che copre ogni notizia. Oggi parliamo dello scontro avvenuto a Milano tra un gruppo di giovani neri e i carabinieri.

Domenica mattina, fuori dal McDonald’s di Piazza XXIV Maggio, alcune pattuglie delle forze dell’ordine sono intervenute per delle ragioni ancora non chiare. Il gruppo di giovani neri presente è stato picchiato e gli scontri sono testimoniati da immagini e video che circolano online, dal contenuto forte e difficilmente equivocabile. Si notano i carabinieri prendere a calci un ragazzo e colpire con il manganello una ragazza che cerca di difenderlo. I due sono disarmati. Al momento non sono state avviate delle indagini interne per comprendere il comportamento delle forze dell’ordine. La stampa italiana ha riportato la notizia alcuni giorni dopo e, nel tentativo di ricostruire i fatti, alcune testimonianze hanno pesato più di altre.

I titoli delle testate considerate: Il Post, La Stampa, Il Corriere della Sera e l’Ansa

Il Post sceglie di dare voce, nella prima parte dell’articolo, al gruppo colpito. Questa prospettiva è chiara fin dal titolo, «Il video delle violenze dei carabinieri contro un gruppo di giovani neri, a Milano», in cui la parte che subisce l’aggressione è quella dei ragazzi e delle ragazze. Anche l’incipit dell’articolo è chiaro «Domenica mattina un gruppo di giovani neri è stato picchiato dai carabinieri in una zona centrale di Milano, per motivi ancora non chiari e descritti come futili da chi ha denunciato l’episodio».

Viene inoltre riportata la testimonianza di Huda (conosciuta online come @riphuda), prestando attenzione a molti dettagli. «Un gruppo di ragazze e ragazzi in maggioranza neri stava facendo colazione da McDonald’s quando uno di loro ha iniziato a suonare il campanello di un monopattino, per scherzo. A quel punto è arrivata una volante della polizia che prima ha minacciato il ragazzo, poi ha chiamato come rinforzi altre volanti e due camionette dei carabinieri, da cui sono scesi alcuni militari in tenuta antisommossa».

Segue la descrizione precisa del pestaggio, così com’è stata raccontata online da testimoni oculari, e degli insulti razzisti rivolti ad alcuni dei giovani neri presenti. Il video che riporta la scena è presente nell’articolo, ma preceduto dal disclaimer «Attenzione, le immagini che seguono sono forti».

La seconda porzione del testo narra invece la versione dei carabinieri riportata da altre testate italiane e dagli stessi agenti alla redazione del Post, che hanno definito l’episodio di domenica «un episodio come mille altri». L’articolo si chiude ricordando che, soprattutto negli ultimi anni, diverse persone appartenenti a comunità marginalizzate e razzializzate hanno raccontato di aver subito, a Milano, episodi aggressivi da parte delle forze dell’ordine.

Il video postato da @riphuda

L’Ansa riporta un punto di vista ben diverso e lo si nota fin dal titolo, «Rissa con bottiglie contro cc in zona Movida di Milano», in cui la parte colpita è quella dei carabinieri. È anche presente un termine come “movida” che nell’ultimo anno è stato spesso associato alla sconsideratezza dei giovani.

L’articolo evidenzia subito che il McDonald’s era chiuso, fatto evidenziato a lungo per screditare la testimonianza delle ragazze e dei ragazzi presenti, secondo il gruppo cui stava consumando la colazione fuori dal locale. La testata, invece, riporta che il gruppo era assembrato, stava bevendo alcool e ascoltava musica.

Lo scontro viene riassunto nel gesto del lancio di alcune bottiglie di vetro verso i carabinieri. Si passa poi direttamente ai provvedimenti messi in atto: 12 sanzionati, un arrestato e un denunciato. Inoltre «una 20enne originaria del Burkina Faso ha riportato una leggera contusione alla testa ed è stata trasportata all’Ospedale Fatebenefratelli. Non ci sono stati altri feriti».

Anche Il Corriere della Sera è di questa opinione. Infatti il titolo parla di «Rissa a Milano davanti al Mc Donald’s, lancio di bottiglie ai carabinieri». Dopo le stesse affermazioni e informazioni riportate dall’Ansa, la testata si conclude con un rapido riferimento ai filmati dello scontro circolati online, che però non vengono descritti né ritenuti al pari delle altre testimoniante. Si legge: «I video diffusi in rete dai ragazzi sono stati trasmessi all’Autorità giudiziaria e sono in corso ulteriori approfondimenti».

Infine La Stampa ha pubblicato un articolo in un momento successivo rispetto alle altre testate. L’attenzione viene concentrata sul resoconto espresso da Huda, la giovane influencer che ha divulgato sui social i video dell’aggressione, riportati anche all’interno dell’articolo dopo l’apposito disclaimer.

Si raccontano l’attività della ragazza e il suo impegno nel trattare «i problemi delle minoranze». La sua testimonianza dello sconto viene riportata quasi integralmente, per poi passare all’intervista, in cui le viene chiesto del suo stato d’animo durante e dopo i fatti. Il dialogo con Huda tocca anche le reazioni comparse online dopo la pubblicazione dei video. Una parte di chi li ha osservati si è dimostrata scettica nei confronti dell’episodio e, più in generale, della diffusione del razzismo in Italia. Un comportamento che spiega anche perché queste testimonianze hanno visto riconosciuta la propria validità solo parzialmente.

In conclusione, questi articoli — e i tanti altri disponibili in rete — mostrano come i punti di vista sullo scontro avvenuto a Milano siano stati diversi a seconda delle testate, che si sono avvalse di conseguenza di differenti testimonianze per sostenere la propria prospettiva (i video postati da Huda o le dichiarazioni dei carabinieri). Alcuni giornali si sono fatti portavoce dell’inequivocabilità dei filmati, mentre altri hanno scelto una fonte più istituzionale ma meno limpida.

C’è anche un altro elemento da considerare: la credibilità ai video in questione non è stata data da parte di tutte le testate nello stesso momento. Alcune hanno impiegato più giorni per considerarli affidabili, probabilmente anche per tastare il terreno dell’opinione pubblica italiana.