Narrami o musa dei primi anni 2000
e dei fatti e dei suoni che allora passavano
per radio e per strade…
Vent’anni sono il tempo che Ulisse passa lontano dalla patria.
Vent’anni sono il tempo che ci separa da quel 2001 che ha sancito l’inizio del viaggio nel nuovo millennio.
Chester Bennington, scandisce il primo verso del grande successo lanciato dai Linkin Park proprio in quel lontano 2001. Il rock stava vivendo una nuova vita fatta di suoni sperimentali e gruppi vecchi e nuovi: Muse, Radiohead, Foo Fighters, Red Hot Chili Peppers e Linkin Park, appunto.
Un momento di svolta e non solo in ambito musicale. Già da qualche mese i ragazzini come me si trovavano ad andare a pagare il gelato con una moneta diversa dalle solite vecchie lire. Il 2001 è l’anno del passaggio all’euro. Di certo non era quel 2001 che Kubrick immaginava come un anno di esplorazioni spaziali e progresso, ma era comunque un periodo di speranze e attese. Ben presto però i fatti di luglio e settembre ci obbligheranno a rimettere i piedi per terra.
Era estate come ora, le scuole chiudevano, la Roma vinceva il suo terzo scudetto e le famiglie italiane si avviavano in ferie raggianti e felici nella seconda estate del terzo millennio. Su MTV passavano Fallin, canzone di successo di quell’anno; l’R’n’B’ si sta affermando sempre di più come genere di massa. Lancerà sui palcoscenici mondiali nomi come Alicia Keys, Rihanna e Beyoncé. Ho detto MTV, si. Uno dei canali più seguiti in tv. Spotify e Youtube non esistevano! I canali per seguire i successi del momento erano pochi: o si accendeva la radio, o si guadava la televisione; altrimenti si andava in negozio a comprarsi il cd o lo si scaricava illegalmente dai vari Emule e Bearshare. Chi non lo ha mai fatto può scagliare la prima pietra.
A guidare le nostre preferenze musicali erano gruppi e generi diversi a cui ci legavamo come a dei fratelli maggiori, muovendo i primi passi nel mondo della musica. I Gorillaz erano sicuramente tra le band più innovative e seguite in quegli anni. Diversamente da oggi il panorama musicale era molto più variegato, ma forse è solo la nostalgia a parlare. Un mosaico di canzoni componeva la parete dei suoni a cui attingevamo per i nostri primi timidi ascolti: la meravigliosa Sing dei Travis, la voce sexy di Shivaree nella hit Goodnight moon, l’indimenticabile Because I got high di Afroman e Wasn’t me di Shaggy sono sono alcune tracce del variegato panorama musicale di quell’anno.
Il progresso corre veloce e le nuove tecnologie fanno sembrare vent’anni fa una distanza temporale quantificabile in anni luce. Oggi Facebook ci ricorda con vecchie foto la data e gli amici con cui eravamo in un determinato momento del passato: in quella foto avevo 18 anni, in quella avevo appena finito la maturità, qui ero appena partito per le vacanze del 2014. Nel 2001 Facebook non esisteva e tuttavia basta nominare il 21 luglio e l’11 settembre di quell’anno per far affiorare nella nostra mente immagini nitide, incancellabili. Le violenze del G8 di Genova e l’attentato alle Torri Gemelle hanno sancito l’entrata definitiva nel nuovo millennio.
Il capolavoro dei Noir Desir rende al meglio quell’indicibile senso di tristezza che risale all’ascoltare nomi entrati tristemente nella nostra storia e nella nostra memoria: Carlo Giuliani, G8 di Genova, scuola Diaz.
Le violenze di quei giorni hanno segnato una generazione cresciuta nel mito del nuovo millennio, cullata nella speranza di un futuro radioso all’insegna del progresso e della pace. I fatti di Genova prima e la tragedia dell’11 settembre poi rappresentarono un brusco risveglio. Sperduti e inorriditi ci trovammo iniziammo a porci i primi grandi interrogativi.
Ben lontana dalla tragicità del contesto, con l’allegria del suo tema, “Me gustas tu” di Manu Chao è stata una canzone simbolo dell’entrata nel nuovo millennio: esprimeva la spensieratezza di una generazione entusiasta.
La grinta del cantante dei Mano Negra sfociava in un brano cantato in diverse lingue, catalizzando l’interesse e l’apprezzamento di un pubblico variegato. Se vogliamo più esplicativo nell’esprimere lo stridente contrasto tra il clima di euforia e l’angoscia di quei giorni di luglio è il titolo di una hit dance che proprio nel 2001 infiammava le discoteche di tutta Europa: Crying at the discoteque.
La dance degli anni 2000 godeva ancora di grande seguito e successo, brillando ancora della luce riflessa degli anni ’80 e ’90, ma c’è un altro genere che in quegli anni sta salendo alla ribalta. Gli anni 2000 lanciano in maniera definitiva l’hip hop che, lasciando le strade e le periferie, comincia a salire ai piani alti delle classifiche, consacrandosi a genere di massa. Complice di questo grande successo è uno dei protagonisti del nuovo millennio: Marshall Bruce Mathers III a tutti noto con il nome di Eminem. La star di Detroit cavalcava ancora l’enorme successo raccolto intorno al singolo My Name is e nel 2001 esce Stan un brano la cui base è presa in prestito da un’altra artista conosciutissima a inizio XXI secolo e oggi praticamente dimenticata: Dido.
Brano autunnale se ce n’è uno, ci riporta al rientro da quell’estate dolce e amara. I primi giorni di settembre venimmo nuovamente scossi da un’immane tragedia: il disastro delle torri gemelle a New York anticipò di diversi mesi l’inverno di quell’anno.
La frase di un brano di successo degli Articolo 31 del 2002 ci aiuta a definire meglio la questione e ci rende consci di quanto quei fatti influirono sulla nostra coscienza collettiva: La vita non è un film. Il lieto fine non è sempre scontato, o almeno questo è il più grande insegnamento che il 2001 ha lasciato alla mia generazione. La mia generazione, lanciatasi senza paura e col cuore pieno di speranze nel nuovo millennio si risvegliò bruscamente, scossa e disorientata.
Un viaggio è fatto di tappe fondamentali ma, come ci si trova spesso a constatare, è il contorno che riesce a evocare meglio l’essenza di un particolare momento storico. La memoria di quelli che erano i generi musicali in voga all’epoca aiuta a capire come è cambiato il mondo; il fatto che molti degli artisti citati siano ancora dei riferimenti musicali fondamentali è esplicativo di quanto vent’anni siano un tempo relativamente ristretto.
Il viaggio di Ulisse si conclude con il ritorno a Itaca, la sconfitta dei Proci e il riconoscimento di Penelope. Il tema principale dell’Odissea di Omero è il nostos. Il significato del termine greco è ritorno dopo un lungo viaggio. A ben guardare la radice di quella parola è la stessa di un sentimento che avvolge ognuno di noi quando si ripensa a un momento lontano e a un lungo percorso fatto di momenti difficili ma anche di felicità: la nostalgia.
Un sentimento potente che spesso è in grado di cancellare anche le brutture e le tragedie di un tempo lontano e a fare emergere ciò che più ci rendeva felici e spensierati. Chi non vorrebbe tornare per un momento in quei ferventi anni 2000; quanto darei per rituffarmi in quell’estate del 2001, ascoltando musica incollato davanti a MTV con il mio gelato pagato in lire. Nostalgia canaglia!