L’Esercito Italiano prima dell’avvento della Repubblica è stato sempre formalmente Regio?
LE ORIGINI
La famosa nota n. 76 del 4 maggio 1861 rendeva ufficiale per la prima volta la denominazione di Esercito Italiano.
Il Ministro della Guerra Manfredo Fanti firmò il provvedimento che decretava la fine dell’Armata Sarda – definita Esercito Regio – e la nascita dell’Esercito Italiano:
“VISTA LA LEGGE IN DATA 17 MARZO 1861, COLLA QUALE S.M. HA ASSUNTO IL TITOLO DI RE D’ITALIA, IL SOTTOSCRITTO RENDE NOTO A TUTTE LE AUTORITÀ, CORPI ED UFFICI MILITARI CHE D’ORA IN POI IL REGIO ESERCITO DOVRÀ PRENDERE IL NOME DI ESERCITO ITALIANO, RIMANENDO ABOLITA L’ANTICA DENOMINAZIONE DI ARMATA SARDA.”
LA SVISTA REGIA
Nel 1879, con la nota n. 65 del 3 febbraio, il ministro Gustavo Mazé, già comandante di una delle Divisioni inquadrate nel Corpo d’osservazione dell’Italia centrale nel quadro dei preparativi per la presa di Roma, decretò la qualifica da aggiungere all’intitolazione di Esercito Italiano.
La nota però riportava il riferimento la n. 79 del Giornale Militare del 1861 invece della 76. Infatti la nota n. 79 trattava di aspetti logistici, ovvero “Attrezzi e Utensili delle Sussistenze”.
La svista nella compilazione dell’atto formale non inficiò nella volontà legislativa di voler omaggiare la Corona, attribuendo l’appellativo Regio all’Esercito Italiano.
L’OPERA DI GUSTAVO MAZE’
I motivi di questo provvedimento sono riassunti nella biografia del generale Mazé scritta dal generale Carlo Buffa di Perrero. Infatti Mazé non appena assunse la carica ministeriale rivolse le sue attenzioni all’Esercito.
Nel suo breve ministero (19 dicembre 1878 – 14 luglio 1879) impegnò le sue energie in tutti i campi della vita militare. Il suo primo provvedimento fu orientato a limitare l’attività di pubblicistica degli ufficiali, soprattutto riguardo tematiche riservate inerenti alla difesa dello Stato. Immediatamente dopo la spinosa questione relativa al riserbo da mantenere da parte degli ufficiali, egli fece presente che “le forze armate della nazione avessero ad intitolarsi Regio Esercito Italiano“. Egli non trovava giusto che, nel cambiare il nome di Armata Sarda in quello di Esercito Italiano, si fosse cessato dall’ attribuire a questo il titolo di regio, conservato, a giusta ragione, per la Marina.
I motivi di questa presa di posizione sono da ricercare nell’eredità familiare legata alla famiglia Savoia da lungo tempo.
EREDITA’ FAMILIARE
Originari di Borgogna i Mazé de la Roche si stabilirono in Piemonte verso la metà del XVII secolo, quando Francesco, signore de la Roche, dopo aver militato in Francia qualche tempo, passò nel 1655 al servizio di casa Savoia col grado di cornetta nella compagnia colonnella dei cavalleggeri di S. A. Gabriele di Savoia, zio del duca regnante Carlo Emanuele II. Dopo l’investitura del figlio di Francesco, nel 1678, di possedimenti feudali a Caramagna (TO) da parte del duca Vittorio Amedeo II, tutti i Mazé vennero chiamati a occupare alte cariche nello stato.
Tra i principali provvedimenti del suo breve ministero vi furono anche quelli tesi a migliorare le condizioni economiche dei militari. Si preoccupò di risolvere la questione dell’avanzamento, e di migliorare le condizioni economiche degli ufficiali, di portare infine le pensioni militari al livello delle pensioni civili. Cercò di migliorare il vitto della truppa, nonché il vestiario, andando poi ad intervenire sulla chiamata per la leva, proponendola in autunno anziché nel cuore dell’inverno; ma non mancò di intervenire in altri campi, come la cura dei quadri, sia dal punto di vista materiale che morale, aumentando il numero dei collegi militari. Non tralasciò nemmeno aspetti più formali, come il decoro degli ufficiali di fanteria a cui propose di utilizzare nuovamente la divisa di panno turchino, anziché di quello azzurrato. Ma a questo punto la crisi del governo De Pretis era alle porte e si preparava l’avvento del ministero Cairoli.
L’ESERCITO DELLA REPUBBLICA
Con il cambio istituzionale avvenuto dopo il Referendum del 2 giugno, vennero modificate le denominazioni dell’apparato pubblico.
Il Decreto legislativo Presidenziale n. 1 del 19 giugno 1946 emanava
“Le Nuove formule per l’emanazione dei decreti ed altre disposizioni conseguenti alla mutata forma istituzionale dello stato.
In particolare, l’ Articolo 10 recitava:
Salus Rei Publicae Suprema lex esto è il motto che sottintende l’attività istituzionale dell’ Esercito Italiano per la Salvezza dello Stato repubblicano così come sancito dall’articolo 52 della Costituzione.
Riferimenti
- Carlo Buffa di Perrero, Biografia del conte Gustavo Mazé de La Roche, Torino, Fratelli Bocca, 1888.
- Giornale Militare, anni 1861-1879-1946.