Il 13 ottobre 1806 a Jena, una tranquilla cittadina universitaria delle provincia tedesca, un giovane incontra un suo coetaneo a cavallo, rimanendone colpito al punto da riportarlo in una lettera a un amico:
Hegel aveva appena finito di scrivere la Fenomenologia dello spirito, Napoleone l’indomani avrebbe sbaragliato l’esercito prussiano nella battaglia di Jena, per l’appunto. I due non si sarebbero più incontrati e c’è buona probabilità che Napoleone non abbia mai neanche saputo chi fosse il filosofo, il quale però ci ha quasi certamente lasciato la miglior definizione del generale corso. Weltseele, spirito del mondo, a cavallo tra due secoli, in bilico tra libertà e tirannide. Nessun personaggio si è mai fatto così profondamente incarnazione della sua epoca.
A duecento anni dalla sua dipartita, Napoleone ancora fa parlare di sé. Eppure ormai è lì immobile in sarcofago che la sua Grand Nation ha restaurato attraverso una colletta internazionale. Cosa penserà il suo ministro Martin Michel Charles Gaudin che contribuì alla riorganizzazione delle finanze e della struttura burocratica posta a modello del Continente? Che ne direbbe Ugo Foscolo, che in risposta alle tombe tutte uguali e senza iscrizioni da lui proposte con l’editto di Saint Cloud scrisse Dei sepolcri?
Napoleone rappresenta il tentativo egemonico francese in Europa. E’ lo spirito di una nazione che si fa continente. Pur essendo lui “straniero” in Francia, rampollo della media borghesia corsa cambiò persino il cognome da Buonaparte a Bonaparte. Sin dai tempi della Scuola Militare comprese l’importanza della tecnologia. Egli considerava la scienza l’arma francese che avrebbe potuto sconfiggere l’unico grande nemico di sempre: l’Inghilterra!
LA CULTURA
E’ stato l’interprete più pieno della sua epoca, uno spirito rivoluzionario.
Pose l’istruzione al servizio dello Stato, rompendo con l’egemonia del clero che già in Vandea era stato sconfitto. Ma ritornò in seno alla Chiesa con il concordato, garanzia di un buon controllo di alcuni territori: la religione è pur sempre un Instrumentum Regni!
La guerra contro Londra fu anche culturale e globale. Giunse fino alle Piramidi, dove i Savants contribuirono alla scoperta delle antichità egizie sepolte nella polvere.
L’ORGANIZZAZIONE
Il mondo lo ricorda per le sue battaglie, ma il suo cruccio fu l’organizzazione e l’amministrazione dei territori conquistati posti sotto il tricolore.
Pose al centro della sua azione la sistemazione territoriale per agevolare la difesa e il controllo da e per la Francia. In questa sistemazione territoriale, egli concepì Alessandria e il Piemonte come il fulcro in Italia della difesa francese, inglobandoli nella Francia.
Le riforme amministrative e giudiziarie ammodernarono il corpus legislativo della penisola. Il codice Civile, l’introduzione della figura del Prefetto, organo centrale per il controllo della periferia. L’esportazione della costituzione dell’anno VIII introdusse in Italia aspetti nuovi del diritto di proprietà, ma soprattutto affinò il concetto di pubblica utilità. Gli atti in favore del cittadino che limitava uno dei suoi diritti principali, come la proprietà, favorivano il giusto indennizzo.
In tanti hanno voluto emularlo o far rivivere le sue gesta per provare a salire sull’altar, tanto che oggi basta una console per provarci! Dai giochi di guerra partoriti in seno allo Stato Maggiore Prussiano – Kriegsspiel – fino ai più contemporanei war games.
L’EREDITA’
Fu vera gloria? Egli stesso lo chiese al Dio che atterra e suscita, nell’intimità di Sant’Elena, con accanto gli ultimi fedelissimi.
E’ stato controverso, vincitore e vinto, scienziato e tiranno, Settecento e Ottocento, artista e persecutore, rivoluzionario e cristiano.
E’ stato lo spirito del suo tempo.