Zitti e buoni dei Måneskin, dopo aver vinto Sanremo 2021, ha riscosso un notevole successo, tanto che il testo è diventato oggetto di rimaneggiamenti per adattarlo a più contesti. Dall’Eurovision alla cover-parodia delle Suore Bologna, vediamone le modifiche principali e le implicazioni.
I Måneskin si sono recentemente visti costretti a modificare il testo del loro brano Zitti e buoni per partecipare all’Eurovision Song Contest. Il regolamento prevede, infatti, che chi vince il Festival approdi direttamente al concorso musicale in cui si confrontano vari Pesi europei. La partecipazione implica delle nuove regole legate, ad esempio, alla lunghezza del brano, ma anche al suo testo.
La necessità di modificare il singolo, spesso raccontata come un’autocensura, è stata in realtà accolta senza polemiche dal gruppo, che ha fatto appello a un «discorso di buon senso»: le poche parole incriminate erano sacrificabili pur di non essere eliminati. Consapevoli, infatti, che ogni concorso comporta dei vincoli propri, hanno adattato il brano al regolamento, in cui si legge: «Nessuna imprecazione o altro linguaggio inaccettabile sarà consentita nei testi o nelle esecuzioni delle canzoni». Il turpiloquio – le cosiddette “parolacce” – è vietato e quindi il gruppo ha operato delle sostituzioni e inserito dei riempitivi per modificare i due soli versi coinvolti da queste nuove norme:
- Vi conviene toccarvi i coglioni > Vi conviene non fare più errori
- Non sa di che cazzo parla > Non sa di che cosa parla
Il prodotto finale è un testo “ripulito”, come hanno scritto numerosi giornali, una versione di Zitti e buoni leggermente più corta e pronta per il concorso internazionale che si svolgerà a Rotterdam.
L’Eurovision, però, non è l’unico contesto in cui Zitti e buoni si è vista il testo cambiato. Ha attirato l’attenzione anche la versione realizzata da Suore Bologna e IMAjAZ, un brano a metà tra la cover e la parodia musicale nato con uno scopo benefico. L’intento è infatti sostenere e incoraggiare le donazioni a Prevenzione Donna, che ha avuto un incremento di richieste dallo scoppio della pandemia. L’associazione bolognese si occupa degli aspetti psicologici e psicotraumatici relativi alle donne con tumori ginecologici o alla mammella.
Così questo gruppo di suore, con tanto di abito e di velo, si è messo davanti alla telecamera per cantare Zitti e buoni e realizzarne la coreografia, richiamando il video ufficiale. Sotto la guida della direttrice musicale IMA (Immacolata Carforio), l’esito finale unisce la parodia e l’intrattenimento, con la volontà di «diffondere un giusto messaggio in un modo insolito», come scrivono le consorelle tra i commenti al video.
Come si diceva, il testo ha subito delle modifiche, sia per mantenere lo spirito parodico che contraddistingue le performance delle Suore Bologna, sia per non creare contrasto con il loro credo religioso. Questo, infatti, è il caso del verso «In casa mia non c’è Dio» che diventa «In casa tua non c’è Dio». Poi, oltre ad aver eliminato nuovamente il turpiloquio (Vi conviene toccarvi i coglioni > Vi conviene ascoltare a priori), tutti i passi in cui il brano parla in prima persona vengono trasformati per rivolgersi direttamente al “tu” di chi ascolta.
- Io con la siga camminando > Tu con la siga camminando;
- Per questo ora mi sto allenando > Per questo ora ti stai allenando;
- Quindi scusa mamma se sto sempre fuori > Chiedi scusa a mamma se stai sempre fuori;
- Sono fuori di testa ma diverso da loro > Siete fuori di testa ma diversi da loro;
- e così via.
A proposito della loro performance, le consorelle scrivono infatti: «il gruppo Suore Bologna si rivolge ai giovani ricordando loro che nonostante la vita sia dura e ti metta di fronte a tante difficoltà c’è sempre la possibilità di fare bene e di scegliere la via giusta, si può essere diversi, avere una propria personalità, valori e un proprio credo ma senza autodistruggersi o fare del male agli altri. Per farsi capire e far arrivare il messaggio è doveroso usare lo stesso linguaggio e qui si usa quello della musica e del Rock che è un linguaggio universale». E aggiungono: «Non ha importanza se si appartiene ad un credo religioso o meno. L’importante è vivere degni della propria vita e rispettare il prossimo, questo è il messaggio».
Tra l’altro Zitti e buoni è stata scelta per la parodia con scopo benefico ancora prima della vittoria, a causa del grande entusiasmo delle suore sia per l’aspetto musicale del brano sia per l’esibizione sul palco di Sanremo. L’idea di selezionare alcuni singoli del momento per sostenere Prevenzione donna si ispira alla figura di Alberta Cocchi, suora e pianista, e nasce nel 2015. Negli ultimi anni le Suore Bologna, sempre accompagnate da Immacolata Carforio, hanno infatti realizzato varie cover-parodie, tra cui Soldi, Viceversa e Una vita in vacanza. Testimonianze di un’indubbia capacità di vivere la propria spiritualità con leggerezza.
La scelta delle Suore Bologna risulta ancor più significativa dopo un Festival a lungo criticato da alcuni membri consacrati della comunità cristiana. Nonostante affermazioni come quelle riportate nel comunicato di Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia, il gruppo di consorelle mostra in modo più o meno consapevole un atteggiamento decisamente diverso. L’entusiasmo espresso durante la performance e le interviste mette in luce il desiderio di calarsi nella contemporaneità e di unire con naturalezza la fede cristiana con la comicità e la musica.