Rassegnati è la rubrica settimanale che seleziona un fatto degli ultimi giorni per provare a mostrare com’è stato riportato dalla stampa italiana. Tra strategie comunicative ed errori, viene svelato il filtro che copre ogni notizia.
Oggi parliamo della composizione del nuovo governo Draghi. Chi sono i nuovi ministri e le nuove ministre? E soprattutto come sono stati ritratti nei profili che a poche ore dalla loro nomina circolavano già sulle maggiori testate?
Partiamo dai fatti. Il 12 febbraio è stato reso noto l’organico del governo diretto da Mario Draghi, che ha prestato giuramento il giorno successivo. Tra martedì e mercoledì il premier ha chiesto e ottenuto la fiducia della Camera e del Senato, per avviare il nuovo governo. Il dibattito e il voto sono stati anticipati dal discorso programmatico, in cui Draghi ha indicato la linea che vuole seguire e ha esposto il suo programma. Non appena i nomi del nuovo governo sono stati dichiarati, le principali testate italiane hanno pubblicato online – e la mattina successiva sul cartaceo – un ritratto di ogni ministra e di ogni ministro. Il tempo per redigerli è stato indubbiamente poco, quindi ciascun quotidiano ha scelto di concentrarsi su alcuni dettagli per dipingere in pochi tratti il nuovo governo in ciascuna delle sue componenti. Quali aspetti sono stati selezionati?
Il Corriere della Sera si apre dando subito i numeri del nuovo governo: «23 ministri, 15 uomini e 8 donne. Più politici che tecnici, più Nord che Sud». Dopo questa panoramica generale, che non viene approfondita, si racconta che i nomi selezionati sono stati comunicati da Draghi davanti alle telecamere in modo asciutto, «senza aggiungere considerazioni e senza intrattenersi con i giornalisti per rispondere a domande». A quest’immagine molto composta viene affiancato lo scambio gioviale tra il premier e un gruppo di fotografi: un “In bocca al lupo” seguito da un “Crepi il lupo”.
È un particolare che richiama la narrazione delle scorse settimane attorno alla figura di Draghi, la quale fa leva anche sugli aspetti della sua vita privata, e smorza il tono pacato con cui è stato annunciato il nuovo governo. In seguito si presenta brevemente l’organico, organizzando l’elenco in paragrafi: i nuovi ministri, le riconferme, il ruolo dei tecnici e i grandi ritorni. L’obiettivo è dare a chi legge una visione d’insieme, che può essere approfondita cliccando sul nome di ogni ministra o ministro e accedendo ai “Ritratti”.
Questi brevi articoli hanno lo scopo di presentare i membri del nuovo governo, concentrando l’attenzione su alcuni aspetti facilmente memorizzabili per orientarsi nel panorama politico. La scelta dei dettagli incide sull’immaginario di chi legge il quotidiano e lo vediamo con alcuni esempi. Della Ministra della Giustizia Cartabia, ad esempio, viene detto che è professoressa di Diritto costituzionale ed è stata presidente della Corte costituzionale. Subito dopo si aggiunge che è sposata, ha tre figli -fatto ribadito due volte- e una disposizione all’ascolto e al confronto.
Il Ministro dell’Economia Franco, invece, è presentato come «belumàt», richiamando il dialetto della sua zona d’origine, e di lui si ricordano gli screzi avuti con Luigi Di Maio nel 2019 in merito ai conti pubblici. Il ritratto del sottosegretario Garofali, infine, si apre definendolo «non un tipo facile», definizione dal tono colorito usata per ricordare il suo ruolo di capo di Gabinetto all’Economia durante il Conte I e, soprattutto, la sua controversa uscita di scena. Questi casi mostrano una costante dei profili delineati dal Corriere: le figure raccontate vengono spettacolarizzate per renderle più accattivanti e memorabili.
Il Sole 24 Ore punta l’attenzione sul fatto che questo governo sia «all’insegna della coesione, sociale e delle forze che sosterranno l’azione dell’esecutivo». L’introduzione è molto concisa e si sofferma solo sui fatti essenziali, per poi passare brevemente alle liste di ministri e ministre con e senza portafoglio. Successivamente si trovano i profili: ogni ritratto si concentra unicamente sulla carriera dell’individuo in questione, senza soffermarsi sulle questioni private. Della Ministra dell’Interno Lamorgese si racconta il percorso nella prefettura, il ruolo nel governo Conte II e, in conclusione, si ricordano le predecessore che ricoprirono in passato quell’incarico: Iervolino e Cancellieri.
I toni più vivaci sono riservati ai titoli di questi profili, come nel caso del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Orlando, «lo spezzino di origini campane che tifa Fiorentina», con l’evidente obiettivo, però, di presentarlo come un punto di contatto tra zone diverse d’Italia. Lo stesso accade per il Ministro allo Sviluppo economico Giorgetti che, «definito di volta in volta il Letta (Gianni) della Lega o il Richelieu del Centrodestra, ama paragonarsi al calciatore Andrea Pirlo». Una definizione pensata per avvicinare il politico a chi legge l’articolo, sfruttando delle associazioni note per spiegare il suo lavoro lontano dai riflettori.
Infine Sky Tg24 dà la notizia ancora più in breve: poche righe per poi introdurre la lista e i profili dei ministri e delle ministre. Alcuni paragrafi concisi arricchiscono l’elenco, disseminato di link agli articoli più dettagliati. Anche in questo caso ci si concentra sulla carriera degli individui coinvolti, tralasciando gli aspetti maggiormente privati o i tratti caratteriali poco rilevanti per gli incarichi ricoperti. Il ritratto della Ministra per l’Università Messa dà spazio agli studi in Italia e all’estero, alla carriera come docente e al lavoro come rettrice della Bicocca svolto fino al 2019. Del Ministro di Infrastrutture e Trasporti Giovannini si raccontano il ruolo di direttore generale dell’Ocse, presidente dell’Istat e le politiche messe in atto quando era Ministro del Lavoro durante il governo Letta.
In conclusione, l’obiettivo delle testate era creare dei ritratti comprensibili e che restino impressi nella memoria di chi legge. Per fare ciò, sono stati scelti alcuni elementi dei vari profili a cui dare risalto. Questa strategia comunicativa incide sull’immagine dei ministri e delle ministre e, a seconda di come viene messa in atto, riduce o esalta la complessità di tali figure, le loro scelte politiche, la carriera e le competenze o meno in un determinato ambito. Un personaggio politico può essere raccontato in molti modi, facendo leva su particolari diversi e ogni volta ne uscirà un’immagine differente.
C’è un altro aspetto significativo della narrazione fatta dalla stampa italiana: in questi articoli non sono state spese parole per le ragioni dietro le scelte di Draghi. Non è stata approfondita, se non con brevi cenni, la composizione a livello di genere, di provenienza geografica, di partito politico. L’obiettivo di queste e delle tante altre testate che hanno pubblicato profili simili non è informare sulla composizione del governo per categorie, ma rendere riconoscibile il singolo membro a chi legge, sospendere il giudizio e la riflessione sul sistema generale per riprenderla quando il governo entrerà nel pieno dell’azione. È come se i giornali ci stessero dicendo: il governo Draghi si è appena formato, è bene essere consapevoli della direzione in cui si muoverà anche in base ai suoi membri, ma per giudicarne l’operato c’è tempo.