“Dal film alla vera storia” è la rubrica mensile di The Pitch – Olympia, che svela retroscena, curiosità, personaggi, fatti reali che caratterizzano e differenziano le trasposizioni cinematografiche delle più belle storie dello sport mondiale. Un excursus tra realtà e fantasia, in cui la prosa del reale diventa poesia della finzione e su cui i maestri del cinema appongono la ciliegina finale, grazie alle magistrali interpretazioni dei protagonisti e la firma d’autore di registi e sceneggiatori.
Se il Bob più famoso in Giamaica è senza dubbio Marley, è altresì vero che in seconda posizione vi è il bob, in quanto disciplina sportiva. La piccola isola dei Caraibi, infatti, ha partecipato a quasi ogni edizione delle delle Olimpiadi invernali degli ultimi 30 anni. Come ha avuto inizio questa insolita abitudine? Andiamo alla scoperta di una storia particolarmente bizzarra, trasformata in una favola moderna, dal titolo Cool Running .
Cool Runnings è un piccolo capolavoro Disney datato 1993, diretto da Jon Turteltaub e ispirato alla vera storia della nazionale di bob delle Giamaica, che nel 1988 partecipò a sorpresa alle Olimpiadi invernali di Calgary, inaugurando quella che sarebbe diventata una tradizione. La pellicola non spicca per l’autorevolezza degli interpreti, il compianto John Candy, infatti, è il solo grande nome presente nel cast, ciò nonostante è diventata un cult della cinematografia per famiglie. Se possedete una copia originale di questo film abbiatene cura perché è di discreto valore in quanto il titolo è fuori catalogo in Italia.
Se pensate da sempre che vendere ghiaccio agli eschimesi sia una dote impareggiabile, che ne direste allora di far scivolare quattro giamaicani all’interno di un bob, per giunta alle Olimpiadi? Questa idea all’apparenza folle, non poteva che venire a due americani. George Fitch e William Maloney sono due miliardari statunitensi che hanno grossi affari in Giamaica. Durante un viaggio sull’isola i due vengono colti da una illuminazione: dato che nel bob, sport nella quale gli Stati Uniti eccellono, la fase iniziale, quella della spinta, determina fortemente il risultato finale, perché non approfittare della grande tradizione che la Giamaica vanta nell’atletica? Mettendo 4 velocisti a spingere il bob, si avrebbe un grande vantaggio in partenza. L’idea, però, agli atleti di punta del Paese non piace affatto, ma i due non demordono e si rivolgono agli sprinter in forza all’esercito. Risultato: il tenente Davon Harris, il capitano Dudley Stokes e il soldato semplice Michael White formeranno la prima squadra giamaicana di bob. A loro si aggiungerà l’unico civile, l’ingegnere Samuel Clayton.
Esattamente come narrato all’interno della pellicola, i quattro saliranno su un bob solo una volta arrivati a Calgary, dove avranno appena una settimana per prendere confidenza col mezzo, prima dell’inizio delle gare. Nella loro terra natia, naturalmente priva di piste e di ghiaccio, si allenano, se così si piò dire, su dei carretti a rotelle lanciandosi a capofitto lungo i pendii scoscesi dell’isola. Il film comunque è romanzato in moltissime parti: ad esempio, i nomi dei 4 protagonisti sono di pura fantasia, inoltre non sono affatto dei militari, ma sprinter che mancano la qualificazione ai trials dei 100 metri piani, in vista delle Olimpiadi di Seoul 1988.
Delusi dall’aver mancato l’obbiettivo di una vita, decidono quindi di mettere insieme la prima rappresentativa giamaicana di bob, pur di avere l’occasione di partecipare ad una edizione della rassegna a cinque cerchi. Per riuscire nel loro intento però serve un allenatore, così la scelta ricade su John Candy, che veste i panni di Irving Blitzer. Ex bobbista made in Usa, plurimedagliato, ma caduto in disgrazia. Dopo numerosi tentativi andati a vuoto, Blitzer si lascerà convincere dai quattro ed entrerà a far parte della squadra. Anche quello interpretato da Candy, che purtroppo perderà la vita nel 1994 a causa di gravi scompensi cardiaci, dovuti probabilmente al suo peso eccessivo, è un personaggio partorito dalla fantasia degli sceneggiatori. Che condiscono il racconto con l’iniziale scetticismo e ostilità degli avversari verso i protagonisti, sentimenti che precederanno l’ovvio lieto fine. Ma all’interno di un film rivolto alle famiglie, non può essere altrimenti.
Le immagini che riguardano le gare invece, sono quelle reali, trasmesse dalle televisioni di tutto il mondo nel corso le Olimpiadi. Le competizioni si tennero tra il 27 e il 28 febbraio 1988 nell’arco di 3 manche. I giamaicani disputeranno una prima discesa disastrosa, dove risulteranno largamente ultimi e una seconda dove invece, sorprendentemente, riusciranno a mettersi alle spalle ben 6 equipaggi. L’eccellente tempo di spinta ottenuto al via della terza e ultima manche lascerebbe intravedere la possibilità di una prestazione maiuscola, ma il bob sfugge al controllo del pilota, finendo per ribaltarsi. Taglieranno comunque il traguardo a piedi, tra gli applausi dei presenti.
Vi sono poi alcune curiosità non strettamente legate alla pellicola, ma comunque gustose. Quella di Calgary fu solo la prima apparizione della Giamaica alle Olimpiadi invernali. Parteciparono infatti a quasi tutte le edizioni seguenti, con le sole eccezioni di Torino 2006 e Vancouver 2010, sia nel bob a 4 che a 2, con equipaggi sia maschili che femminili. Seguendo il loro esempio, anche Brasile, Messico, Porto Rico e persino Nigeria, ebbero in seguito una squadra di bob alle Olimpiadi. Formalmente nessuno di questi Paesi entrò mai in zona medaglie, anche se proprio a Torino 2006 Lascelles Brown, bobbista giamaicano con passaporto canadese, vinse l’argento nel bob a 2. L’equipaggio giamaicano che poi non si qualificò alle Olimpiadi del 2010 divenne celebre in Italia grazie a uno spiritosissimo spot girato per la Fiat.
Ma che fine hanno fatto i pionieri che parteciparono a Calgary 1988? Dudley Stokes è l’attuale presidente della federazione di bob del suo Paese. Michel White partecipò alle Olimpiadi di Vancouver 2010 come tecnico della nazionale di sci. Davon Harris è diventato invece uno scrittore, mentre non si hanno più notizie di Samuel Clayton.