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Archivi Annuali: 2020
Aperivirus. L’Italia che resiste
L'avvento dell'epidemia di COVID-19 ha messo a dura prova la tenuta politica, economica e mentale del nostro paese. Il Coronavirus Week ha...
Kintu. “Cent’anni di solitudine” in Uganda
Le saghe familiari hanno sempre grande fascino. Ormai da decenni la famiglia tradizionale non è più un riferimento reale, nell'orizzonte capitalista globalizzato...
Newton, la peste e il coronavirus
Nel 1665 l'epidemia di peste fece fuggire in campagna un giovane studente di Cambridge. Quelli che seguirono furono due anni di solitudine e nessun aperitivo che rivoluzionarono la Fisica ed il mondo
Negazione: Quando la mafia non esiste
"La più grande astuzia del Diavolo è farci credere che non esiste". Come il Diavolo di Baudelaire anche le mafie si adoperano, quasi ossessivamente, affinché non ne si riconosca l’esistenza, che non se ne parli affatto, così da tenere il più lontano possibile le luci dei riflettori: la mafia non esiste, non può e non deve farlo.
La partita della lattina. Inter-Mönchengladbach
L’Inter di Antonio Conte si trova potenzialmente a tre soli punti (considerando la partita da recuperare contro la Sampdoria) dalla Juventus capolista...
Redemption song
A long long time ago / I can still remember how / That music used to make me smileAmerican Pie, Don...
Il valore dei soldi – 2. Il lavoro di Draghi
a cura di Diego Begnozzi e Andrea Sciotto
Il nostro viaggio nella storia e nel pensiero monetario non può...
L’autocontrollo del pianeta
Nei milioni di anni di esistenza, la Terra si è stabilizzata intorno ad un equilibrio
Distopie digitali
In misura maggiore rispetto al passato, l’attuale stato sociale digitale è spesso sostenuto dal presupposto di partenza che l’individuo non è un titolare dei diritti, ma piuttosto un richiedente. In tale veste, una persona deve convincere chi prende le decisioni che è “meritevole”, che soddisfa i criteri di ammissibilità.
Gianluca Barilari per #knowyourdata ci parla dei sistemi di welfare digitale e della linea sottile che passa tra l'utopia di uno mondo tecnologizzato e il rischio di trovarsi dentro un racconto distopico.
L’onda lenta dello Slow Cinema
Entrati negli anni '20, la soglia di attenzione che siamo capaci di mantenere davanti a un video o un film è calata vertiginosamente. Il cinema commerciale ha intercettato il pericolo e ha accelerato i ritmi. Ma c'è un cinema che ha deciso di andare nella direzione opposta.
Francesco Fiero per #7Muse ci porta alla scoperta dello Slow Cinema, in questa nuova rubrica.