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Come si fa a parlare di Outer Wilds?

Per metà simulatore di fisica gravitazionale, per metà fantascienza fatta tanto di astronavi quanto di idee, Outer Wilds è un gioco che parla di una sola cosa: la scoperta. E parlare di cosa si scopra giocandovi rende l’esperienza completamente inutile. Coronato da molti come gioco dell’anno, a volte addirittura del decennio, parlarne senza rovinarne l’esperienza è quasi impossibile; il nostro Stefano Zocchi fa un tentativo, spiegando perché sia estremamente importante.

Musa e i suoi fratelli

Il giovane attaccante del Bologna è diventato un simbolo di riscatto dopo il goal segnato a San Siro. Ma molti altri calciatori prima di lui hanno affrontato terribili migrazioni prima di arrivare al successo

I mattoni d’oro di Banksy

La street art, grazie alle nuove tecnologie, è diventata un bene di consumo. Il mercato dell'arte sta combattendo contro se stesso?

Quella maledetta fretta di voler seppellire la mafia

Cosa Nostra si è seppellita e si prepara a farsi dimenticare Gian Carlo Caselli intervistato dal quotidiano francese Libèration, il 22...
enniomorricone.org

C’era una volta Ennio Morricone

Io penso che, quando fra cento, duecento anni, vorranno capire com'eravamo, è proprio grazie alla musica da film che lo scopriranno Ennio Morricone ha...

Che stagione di Formula 1 sarà?

Dopo il calcio anche il campionato mondiale di Formula uno, finalmente, prende il via. Per quelli che scandiscono i momenti della propria...

Un nuovo Scrumble for Africa

Le grandi potenze si stanno dividendo di nuovo l'Africa, ma questa volta la posta in gioco è la popolazione, non solo le risorse energetiche.

Quello che resta di The Last of Us

A cura di Jacopo E. Molè ¿Entonces para qué sirve la utopía? Para eso, sirve para caminarEduardo Galeano

Fu davvero il San Paolo a uccidere le “Notti magiche”?

«Io credo che tiferanno Totò, però dimostreremo ancora una volta noi napoletani che siamo maduri e non fischieremo l'inno come hanno fatto...

Covid e ambiente: il bicchiere mezzo pieno

Durante il periodo di lockdown le nostre abitudini sono cambiate all’improvviso. Non tutti i mali vengono per nuocere, e per molti aspetti la quarantena e’ stata la spinta che mancava per modificare delle vecchie abitudini. La natura non ha perso tempo e si è riappropriata in fretta degli spazi che l’uomo le ha sottratto, facendoci ri-apprezzare le piccole cose, e una nuova dimensione del tempo. Di contro, il petrolio non ne ha giovato per nulla, ma questo rientra nel bicchiere mezzo pieno.

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