La storia dei mercati è costellata da avvenimenti non prevedibili, e quello energetico non è da meno. Cambiamenti radicali di ambito tecnologico, politico e economico scombussolano il corso degli eventi.

The World Energy Outlook (WEO), elaborato dall’International Energy Agency (IEA), è considerata la più attendibile previsione sugli scenari energetici futuri, , e rappresenta anche un importante strumento di conservazione degli sviluppi storici, così da ricostruire i tratti distintivi della complessa evoluzione mondo energetico.

Delinea sempre tre scenari:

  • Current Policy Scenario che è basato del mantenimento delle politiche attuali
  • New Policies Scenario che dal 2010 diventa lo scenario di riferimento in sostituzione del precedente Current Policy, e si differenzia da quest’ultimo per l’inclusione delle politiche annunciate e non ancora attuate.
  • Sustainable Development Scenario che delinea la strada per contenere l’aumento della temperatura mondiale sotto dei 2°C. Questo scenario non indica dove stiamo andando, ma dove dovremmo andare.

Il WEO 2019 si apre con una riflessione sulle profonde differenze tra gli obiettivi che si intendono intraprendere e la realtà dei fatti: il messaggio è chiaro, ci dice che non stiamo facendo abbastanza. I sistemi energetici hanno rigidità strutturali che non consentono, se non nel lungo termine, di modifiche drastiche. Per quanto vi sia in atto una serie di cambiamenti, come l’espansione delle rinnovabili e gli sforzi di decarbonizzazione, che sembrerebbero far presagire un futuro energetico diverso, i dati ci dicono qualcosa di diverso.

Negli ultimi 10 anni, le emissioni globali annue di anidride carbonica sono cresciute incessantemente: seppur il un tasso va pian piano a diminuire, rimane sempre positivo.

Si nota come l’avanzamento tecnologico delle grandi economie stia portando benefici ambientali, che saranno vani se non condivisi con i Paesi in Via di Sviluppo che, basati ancora sul carbone, incidono maggiormente sull’aumento delle emissioni.

Fonte: GreenReport

Ancora più preoccupante è che nel 2040 il livello previsto dal New Policy Scenario è il doppio di quello indicato del Sustainable Development Scenario per raggiungere gli obiettivi climatici; ciò significa che i piani attuali dei policy maker non sono sufficienti a ridurre le emissioni globali. Siamo insomma ben lontani dalla traiettoria ottimale che ci permetterebbe di centrare l’obiettivo dei 2°C (se non addirittura quello dell’1,5°C) previsto dall’Accordo di Parigi.

Pensare di aver guadagnato tempo grazie all’emergenza del Covid-19 è decisamente sbagliato. La massima riduzione giornaliera è stata a livello mondiale “appena” del 17% (28% in Italia, che ha adottato delle politiche molto stringenti), raggiungendo i valori del 2006. Per quanto i consumi dei singoli cittadini si siano ridotti (in primis per gli spostamenti), molte industrie hanno marciato come sempre, delineando come le azioni individuali non siano di per sé sufficienti, ma serva un cambio di rotta proposto dai vertici. Oltretutto non si può pretendere che una riduzione di un paio di mesi risulti efficace contro un processo di inquinamento che portiamo avanti dalla Rivoluzione Industriale.

In conclusione, gli scenari energetici prospettano diversi possibili futuri nonché le azioni o inazioni che li determinano. In base a tali proiezioni, emerge come le attuali misure di riduzione delle emissioni in ambito energetico siano inconciliabili con quanto sarebbe necessario fare per contrastare il cambiamento climatico. Queste preoccupazioni sono ravvisabili anche nei titoli oculatamente scelti dall’AIE nei vari summary: da “la strada verso i 2°C è in salita” nel WEO 2016 a “Emissioni di gas serra: il mondo non centra gli obiettivi” nel WEO 2017, fino a concludere che “il trend emissivo previsto rappresenta un grande fallimento collettivo” nel WEO 2018. Il messaggio dell’Agenzia di Parigi, insomma, è chiaro: bisogna fare di più. I policy maker sono chiamati a valutare con attenzione le implicazioni derivanti dalle loro scelte, per poterci riportare sulla rotta di un futuro sostenibile e realmente low carbon.

Fonte: “Gestore dei Mercati Energetici S.p.A.” e “Ansa”