Xi Jinping in Cina controlla tutto e tutti e ha l’ultima parola su ogni decisione. Il suo ritratto si staglia in Piazza Tienanmen in occasione della parata militare per i 70 anni dalla nascita della Repubblica Popolare Cinese.
È il Presidente della RPC dal 2013, riveste allo stesso tempo gli incarichi di Presidente delle due Commissioni militari e presiede anche alcuni gruppi di lavoro su temi fondamentali come gruppo sulle riforme generali, commissione nazionale di sicurezza, affari esterni ed affari di Taiwan.
È il segretario e leader del Partito Comunista Cinese, unico partito in Cina che ha dunque un ruolo chiave nella vita del paese. Xi è talmente importante che è riuscito ad abolire il numero di due mandati per l’elezione a Presidente e vice Presidente della RPC, facendoselo approvare all’unanimità dal Partito. I ruoli di Xi e la funzione del Partito in Cina ci dimostrano come gli interessi dell’uno e dell’altro siano concantenati in modo imprescindibile.
Mao Zedong, considerato il padre spirituale della Cina di oggi, è osannato e considerato come un esempio per i cinesi molti anni dopo la sua morte, lasciando cadere nell’oblio alcuni scheletri nell’armadio del caro leader. In passato Mao ha commesso torture e repressioni contro gli oppositori del suo regime al fine di mantenere la leadership nel paese.
L’anno di svolta nel Partito è stato l’anno 1978 quando, a seguito della morte di Mao nel 1976, passò da rivoluzionario a partito di governo sotto Deng Xiaoping.
La diplomazia internazionale occidentale critica fortemente la Cina in merito a questioni relative allo stato di diritto. Il governo cinese utilizza la tecnologia per il controllo della popolazione, di Internet e delle informazioni. Come conseguenza, questo sfocia nel controllo delle libertà civili esercitato sulla popolazione attraverso la censura e la repressione. La “veridicità” dei processi civili è un altro punto oscuro, secondo alcuni la sentenza per gli oppositori del Partito sarebbe già scritta in partenza.
D’altro canto va reso il merito a Xi Jinping di orientare le azioni del Partito a spingere il paese verso una crescita interna ma anche una esterna, tramite propaganda e azioni morali per la realizzazione del “chinese dream” .
Questo motto è in realtà una strategia che mira a far crescere il paese e ringiovanirlo, sempre sotto l’egida del Partito, portando a termine quel processo di crescita che continua dal trionfo della Rivoluzione nel 1950, dopo quattro anni di guerra civile. I nuovi valori che contraddistinguono l’era di Xi sono quelli di pace, armonia e vittoria, rinnovando il credo nella ideologia maoista..
Il cuore del Partito è costituito da un gruppo ristretto formato da 19 a 25 politici, chiamato Politburo, all’interno del quale vi è un Comitato Permanente retto da Xi Jinping. Il comitato, formato da 5 a 9 politici, è il vero nucleo del Partito dove vengono prese le decisioni finali.
Dal suo insediamento Xi ha lavorato molto per il paese, realizzando vari tipi di riforme che hanno avuto impatti immediati sulla nazione, come riforme e sviluppo del mercato economico, urbanizzazione, sviluppo delle energie pulite.
Ha focalizzato la sua attenzione verso la lotta alla corruzione e non ha risparmiato nessuno in tal senso, arrivando perfino ad arrestare e processare personaggi importanti, uno anche membro del Politburo, a dimostrazione che in Cina nessuno è al di sopra della legge.